Era tutto pronto per la Costituente popolare. Ieri mattina c’erano già i nomi del gruppo unitario di Ncd e Udc di Camera e Senato. Un progetto tanto invocato in questi mesi, propedeutico alla futura creazione di un partito unico dei moderati, eppure mai realizzato.
Dopo trattative estenuanti, dissidi e riappacificazioni, l’accordo era stato finalmente trovato, anche come risposta al centrodestra Salvini-centrico prospettato da Silvio Berlusconi, dopo l’exploit della Lega in Emilia Romagna.
Poi dalla Puglia è arrivata una notizia che sta creando nuove discussioni e rinviando il progetto.
L’Udc ha ufficializzato ieri, in vista delle Regionali di primavera, un accordo con Michele Emiliano, il candidato governatore del Pd ed ex sindaco di Bari. I centristi di Lorenzo Cesa in Puglia preferiscono correre con i democrat e ciò sembra impedire qualsiasi ipotesi di apparentamento con gli alfaniani, visto che Emiliano ha già imposto il suo veto a Ncd: “Mai con quelli che vengono dalla destra berlusconiana”.
Una questione regionale che ha avuto immediato riverbero a livello nazionale con gli alfaniani a dir poco esterrefatti per la scelta degli alleati centristi. Ora si prova a minimizzare con l’Udc, da una parte, che sottolinea la volontà di andare avanti comunque nel processo di unificazione e Ncd, dall’altra, che ne “prende atto con soddisfazione”, come dice in una nota il coordinatore nazionale Gaetano Quagliariello.
Ma i nodi restano. Visto il veto di Emiliano, Ncd in Puglia convergerà sulla candidatura già in pista nel centrodestra del fittiano Francesco Schittulli o proverà a farne passare una extra come quella del leader dei Popolari per l’Italia Mario Mauro, come si dice anche in ambienti fittiani? L’accordo pugliese poi, presuppone un allineamento anche su scala nazionale con il Pd di Matteo Renzi? E che ne sarà allora del sogno di un grande e nuovo centrodestra, auspicato a gran voce da tutti dopo il “disastro”, così lo ha definito Angelino Alfano, registrato dal centrodestra diviso in Emilia e Calabria?