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Bonaccini ha la coda di paglia sulla Fiom astensionista in Emilia Romagna?

Nel commento dello tsunami elettorale dell’Emilia Romagna, pur mettendoci un pizzico di cinica arroganza, Matteo Renzi è stato più onesto dei suoi reggicoda. Il premier ha liquidato la fuga dalle urne con un ‘’Abbiamo vinto, il resto è secondario’’. I reggicoda stanno ancora lì, ad arrampicarsi sugli specchi, per dimostrare che in fondo non è successo nulla.

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Corre voce che a promuovere l’astensione dal voto, nella regione ‘’rossa’’, sia stata un lettera del segretario regionale della FIOM Bruno Papignani. E’ stato lo stesso Stefano Bonaccini, in una trasmissione televisiva, a indicare questa iniziativa tra le cause dell’astensionismo. Noi crediamo che la Fiom, la Cgil e la sinistra Pd non abbiano motivo di ritenere che le centinaia di migliaia di elettori che domenica non hanno votato condividano le loro critiche al governo. Se Bonaccini, invece, ritiene che delle ragioni vi siano, si vede che ha la coda di paglia.

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Sconfitta in Emilia Romagna, l’alleanza NCD-UDC brinda al 9% scarso ottenuto in Calabria. I voti si contano qualunque sia la latitudine da cui provengono. Ma portarsi appresso una forte connotazione meridionale non favorisce certo la prospettiva di quella coalizione.

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Al punto in cui è arrivato il negoziato, la vertenza della AST di Terni dovrebbe essere ad un passo dalla chiusura. In centinaia, se non addirittura il migliaia di circostanze, le questioni che ancora dividono le parti – come gli esuberi residui – sono state risolte facendo ricorso ora ai prepensionamenti, ora alle extra liquidazioni, ora agli ammortizzatori sociali. Per quanto riguarda la riduzione del costo del lavoro e il riordino delle turnazioni esiste un’ampia casistica a cui fare riferimento. Ma per la Fiom il problema non è quello di salvare la fabbrica, bensì quello di avvalersi di una vertenza incancrenita, sempre sul punto di ‘’scappare di mano’’ e, per certi aspetti divenuta emblematica, per esasperare il clima sociale allo scopo di spostare più a sinistra l’asse politico del Paese. Questa è la linea di condotta che i ‘’sandinisti’’ della Cgil hanno appreso dall’insegnamento del loro maestro e guida spirituale. Per loro, i lavoratori sono carne da cannone.

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Dopo lo scampato pericolo, raccontano gli amici che Roberta Pinotti stia rileggendo un best seller di quando era ragazza: ‘’Paura di volare?’’ di Erica Young.

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