Stando a quanto suggeriscono i nuovi conti nazionali, il settore della manifattura italiana si è caratterizzato negli anni passati per un livello competitivo migliore, se confrontato con le stime precedenti.
Rispetto alla fotografia dei vecchi conti, il nuovo quadro delinea un settore più piccolo in rapporto all’insieme dell’economia, meno intensivo per lavoro e, per questo, più efficiente e più profittevole. Un settore che ha subito, d’altra parte, un drenaggio maggiore di risorse nel corso del tempo dagli altri comparti, meno efficienti, dell’economia.
Alla base del miglioramento del livello di produttività (tab. 1) vi è un significativo incremento del numero di ore di lavoro per occupato a tempo pieno, a fronte di un rialzo molto più modesto de prodotto per ora di lavoro. La crescita di livello è stata rilevante, ma tendenze più favorevoli si osservano anche nella dinamica del valore aggiunto in volume per addetto, soprattutto nel periodo che precede la crisi (fig. 1).
Tab. 1 – Industria manifatturiera: valore aggiunto a prezzi correnti per unità di lavoro e per ora lavorata e ore di lavoro per occupato a tempo pieno (differenze % tra i livelli medi di periodo nella nuova e vecchia contabilità)
Se il quadro storico cambia, non si modifica però la situazione dell’industria degli ultimi anni. Le due recessioni, succedutesi dal 2007, hanno colpito severamente l’apparato manifatturiero, la seconda più della prima. La drastica caduta della domanda interna ha investito tutte le imprese, anche quelle esportatrici che vendono la gran parte del loro fatturato nel mercato nazionale. Il danno è stato strutturale, nel senso che ha inciso molto sulla capacità produttiva dell’industria, determinandone un ridimensionamento. La prospettiva di sostanziale stagnazione, che emerge dalla generalità delle previsioni, non è assolutamente adeguata a porre riparo a un simile danno. Senza una vera ripresa della domanda interna (italiana ed europea) anche le parti più competitive dell’apparato industriale sono a rischio di arretramento.
Fig. 1 – Dinamica della produttività del lavoro: Valore aggiunto in volume/Unità di lavoro (1995=1)