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Chi divide in due l’Italia?

Chi divide in due l’Italia? Il premier Matteo Renzi ha un’idea: “C’è un disegno per spaccare in due l’Italia e dividerla tra padroni e lavoratori. Il lavoro non sia terreno di scontro politico. Non si può sfruttare il dolore dei cassintegrati, dei disoccupati, dei precari”, ha detto a Brescia nell’assemblea degli industriali.

Dunque, per il presidente del Consiglio, a dividere in due l’Italia è il sindacato. Ovvero, per lo più, la Cgil di Susanna Camusso, secondo la vulgata da tempo propagandata dal premier.

Ma è davvero (solo) così? Davvero il capo del governo non sta soffiando sul fuoco delle polemiche ad esempio sull’articolo 18, peraltro mai citato nel Jobs Act? Davvero non sta favorendo una scissione della sinistra del Pd? Davvero non sta pensando di andare ad elezione anticipate per sbarazzarsi di Civati & Co. e, approfittando dello stato comatoso del centrodestra, di fare bingo alle Politiche?

Domande non del tutto peregrine, ma Renzi preferisce duellare con giornali e giornalisti mentre il Paese è davvero diviso: diviso in due, tra Nord e Sud, come testimoniano gli ultimi dati Svimez che, al netto di un certo catastrofismo che non coglie le eccellenze che pur ci sono nell’industria meridionale – come non si stanca di raccontare con passione e dovizia di particolari lo storico Federico Pirro anche su Formiche.net -, dovrebbero indurre il presidente del Consiglio a pavoneggiarsi meno e a riflettere di più.


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