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René Brülhart, chi è il nuovo presidente dell’Autorità d’Informazione Vaticana (Aif)

La lettera con cui l’ex Consiglio direttivo dell’Aif il 16 gennaio accusava il direttore generale René Brülhart di avere fatto venire meno “le condizioni per poter svolgere le funzioni e i compiti assegnati dalla Legge e dallo Statuto”, alla fine non ha avuto conseguenze. Anzi. Ieri il Papa ha nominato l’avvocato svizzero nuovo presidente dell’Autorità di Informazione finanziaria, capo dell’organismo creato ex novo da Benedetto XVI il 30 dicembre 2010 per adeguare le strutture della Santa Sede alle normative internazionali, nervo scoperto della trasparenza d’Oltretevere.

ESPERTO DI ANTI RICICLAGGIO

Brülhart è colui che ha ispirato la legge anti riciclaggio vaticana, assecondando il processo di riforma dell’Aif che ha consentito all’organismo di entrare a far parte di Egmont, il gruppo costituito dalle unità di informazione finanziaria a livello globale. Tra i suoi atti principali, la sottoscrizione di accordi bilaterali con organismi analoghi a quello vaticano. Un esempio su tutti: il protocollo del luglio 2013 tra Vaticano e Italia in materia di anti riciclaggio.

LA SFIDUCIA DEL DIRETTIVO

La scalata del nuovo presidente non è stata priva di ostacoli. Nella lettera dello scorso gennaio firmata da tutti i membri del consiglio direttivo, Brülhart veniva sfiduciato e accusato di aver favorito una sorta di “opacità informativa” con i suoi atti in qualità di direttore generale. Non solo, dal momento che i membri del board (totalmente rinnovato la scorsa estate) indicavano come la situazione fosse divenuta “insostenibile e preoccupante”, al punto da mettere a rischio “gli ottimi rapporti” con la Banca d’Italia.

LO SCONTRO CON IL CARDINALE NICORA

Fortissimo era stato lo scontro con il cardinale Attilio Nicora, all’epoca presidente dell’Aif, che a giudizio del direttivo sarebbe stato volutamente tenuto all’oscuro dello screening avviato sui conti e sui clienti dello Ior effettuato dall’americana Promontory, cui Brülhart aveva appaltato l’operazione. E alle rimostranze dei membri del Consiglio, il direttore generale s’era limitato a rispondere “con una sola paginetta in inglese di poche righe”, giudicate “del tutto insoddisfacenti”. L’epilogo della situazione si ebbe il 30 gennaio scorso, quando Nicora si dimise sbattendo la porta, venendo subito rimpiazzato ad interim da mons. Giorgio Corbellini.  Il porporato non aveva dimenticato che era stato proprio il direttore generale svizzero a riscrivere l’originaria versione della legge antiriciclaggio, su mandato dell’allora segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone.

OBIETTIVO LAICIZZAZIONE 

La nomina decisa da Francesco, ha detto padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa vaticana, rappresenta “uno sviluppo da considerare di evoluzione naturale e di stabilizzazione della struttura”. Esattamente un anno fa (il 18 novembre), il Papa aveva emanato un motu proprio con cui approvava il nuovo Statuto dell’Aif, che di fatto comportava la perdita di potere del presidente rispetto a quello della struttura tecnico-giuridica.  Una modifica sostanziale del vecchio Statuto risalente al 2010 che mirava a “laicizzare completamente la struttura”. Scriveva allora, il Corriere della Sera, che “il presidente dell’Aif non sarà più un cardinale”, dal momento che le nuove norme prevedono che il presidente sarà scelto “tra persone di provata onorabilità, senza conflitti d’interessi e con riconosciuta competenza nei campi giuridico, economico, finanziario e negli ambiti oggetto dell’attività dell’Autorità”.

L’ATTIVITA’ DELL’AUTORITA’ DI INFORMAZIONE FINANZIARIA

Lo scorso maggio, Brülhart aveva reso noto come fosse stata registrata una crescita considerevole delle segnalazioni relative a transazioni sospette: dalle sei che erano state riscontrate nel 2012, le segnalazioni relative al 2013 erano diventate ben duecentodue. E proprio i controlli incrociati, stando a quanto riferito dal funzionario svizzero, avrebbero permesso di portare alla luce casi la cui competenza è poi passata alle autorità giudiziarie vaticane. A finire sotto la lente, in particolare, era l’attività dello Ior: nel primo trimestre del 2014 l’Aif aveva proceduto alla “prima ispezione ordinaria in situ” al fine di verificare la messa in opera delle misure stabilite per prevenire e impedire il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo”. E alla fine dell’ispezione, i risultati potevano dirsi positivi, visto che erano stati messi “in luce i progressi sostanziali compiuti negli ultimi dodici mesi”.

LE RISPOSTE ALLE POLEMICHE

Quanto alle polemiche (di Nicora e dei membri dell’ex direttivo), Brülhart rispondeva che “c’è uno statuto chiaro e trasparente dal 2013, con competenze e responsabilità chiaramente delineate”.

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