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Cnel, così Angeletti e Bonanni snobbano la trasparenza sui loro redditi

Trasparenza e accessibilità alle informazioni di rilevanza pubblica. A questa politica è improntata la pubblicazione dei redditi e patrimoni dei membri del Consiglio nazionale per l’economia e il lavoro.

Destinato allo scioglimento dal progetto di revisione costituzionale all’esame del Parlamento, l’organo costituzionale di alta consulenza e proposta legislativa ha messo in rete le cifre relative  ai beni e guadagni dei rappresentanti delle realtà produttive che lo compongono.

La mancanza di cifre sugli esponenti sindacali

L’iniziativa, che avrebbe dovuto contribuire a gettare piena luce sulle retribuzioni degli esponenti di un’istituzione frequentemente criticata per la sua scarsa incisività, si è fermata a metà.

Nessuna dichiarazione è stata infatti presentata da due protagonisti di spicco del panorama economico-sociale come l’ex segretario della CISL Raffaele Bonanni e il leader uscente della UIL Luigi Angeletti.

Una scelta che percorre in modo trasversale il mondo sindacale, visto che nel sito del CNEL non vi è traccia dello stato reddituale di Francesco Cavallaro – numero uno della Confederazione italiana sindacati autonomi dei lavoratori – del segretario dei pensionai CISL Ermenegildo Bonfanti e del rappresentante della CGIL Marcello Tocco.

La scelta contraria di altri esponenti confederali

Altrettanto eterogeneo è il fronte confederale di chi ha voluto rendere completamente pubbliche le cifre relative alla propria condizione patrimoniale.

L’organizzazione di Corso d’Italia annovera la leader dei pensionati e agguerrita avversaria del governo Renzi Carla Cantone, il responsabile Funzione pubblica Carlo Podda, il coordinatore Politiche sociali e Welfare Beniamino Lapadula, l’ex direttore del Dipartimento Politiche attive del lavoro, Ambiente e territorio e Riforma istituzionale Giuseppe Casadio, lo studioso di federalismo amministrativo Michele Gentile, l’esperto di scuola e a lungo parlamentare del PCI Giorgio Macciotta, nominato dal capo dello Stato in sua rappresentanza.

La CISL può contare sull’ex responsabile del Centro studi Giuseppe Acocella, sul componente dell’esecutivo nazionale Paolo Tesi, sull’ex segretario del comparto Sanità Giorgio Alessandrini e su quello dei ferrovieri Claudio Claudiani. Nella UIL hanno militato a lungo il vice-presidente del CNEL Salvatore Bosco e il consigliere Giampiero Bonifazi. L’UGL, sindacato storicamente vicino alla destra sociale, vede presente l’ex leader Giovanni Centrella.

E le altre realtà produttive?

È necessario rilevare come l’assenza di pubblicità non riguardi soltanto una parte delle rappresentanze dei lavoratori.

Al contrario del presidente del CNEL Antonio Marzano, non risultano inserite le dichiarazioni reddituali del presidente di Confesercenti Marco Venturi, del presidente di Confagricoltura Mario Guidi, del leader della Confederazione nazionale artigianato Ivan Malavasi e di Confcooperative Maurizio Gardini, dell’ex numero uno di Confartigianato Giorgio Guerrini e di quello di Coldiretti Sergio Marini.

Mancano poi i dati concernenti lo storico leader della Federazione autotrasportatori italiani e sottosegretario alle Infrastrutture nel terzo governo Berlusconi Paolo Uggè, il consigliere di presidenza delle ACLI Maurizio Drezzadore, il componente della Commissione Mezzogiorno di Confindustria Pasquale Carrano, il direttore e vice-direttore generale di Viale Astronomia Marcella PanucciDaniel Kraus, l’ex presidente di ACEA Giancarlo Cremonesi e il numero uno dell’Associazione bancaria italiana Antonio Patuelli.


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