I sondaggi fanno veleggiare la sua Lega sulla soglia del 10% e lo incoronano leader prediletto del centrodestra (al 23%, secondo l’ultima rilevazione di Demopolis per Otto e mezzo). L’ascesa di Matteo Salvini non si ferma e lo proietta in un orizzonte fino a poco tempo fa inimmaginabile per un segretario leghista: la leadership del polo concorrente a quello dell’altro Matteo, Renzi.
Il Carroccio targato Salvini supera i confini nordisti e lancia la sua ipoteca sul centrodestra. Berlusconi ieri sul Quotidiano Nazionale ha bocciato la sua scommessa: “Per fare una rivoluzione liberale bisognerebbe in primo luogo essere liberali. Noi per questo paese abbiamo fatto tantissimo. Salvini, al netto della propaganda, deve ancora dimostrare di sapere fare qualcosa”, ha detto. Ma come la pensano i giornali di area?
LA COVER DI PANORAMA
L’atteggiamento generale, tranne rare eccezioni, è positivo verso la sua corsa.
Panorama gli ha dedicato la copertina dello scorso numero, “l’altro Matteo”, perché – ha scritto il settimanale mondadoriano diretto da Giorgio Mulè – “è lui il politico del momento”. Nell’analisi che ripercorre storia e idee del leader leghista: “Già sei mesi fa era stato chiaro che Salvini puntava a trasformare in partito nazionale un movimento che per 20 anni aveva issato sulle sue bandiere l’astrazione geografica della Padania e rincorso la mistica di un’impossibile secessione. Da allora, “l’altro Matteo” ha deciso che tutto era pronto per occupare, a destra, lo spazio dei tre no: no euro, no clandestini, no tasse”.
L’ENDORSEMENT DI BELPIETRO E LA DISCUSSIONE DI LIBERO
Anche Libero sembra entusiasta nel seguire le mosse di Salvini. Il direttore Maurizio Belpietro subito dopo le Europee si domandava: “E se il nuovo leader del centrodestra fosse l’altro Matteo?”:
“Lo so che in certi luoghi d’Italia al solo evocarne il nome in molti storcono il naso e non soltanto al Sud. Eppure bisogna riconoscere che il giovanotto milanese ha fatto un miracolo ed è, insieme con Renzi, l’unico vincitore delle Europee”, è il ragionamento del giornalista che conclude: “Non sarà accetto da tutti, ma in tv buca il video. Che sia questo il nuovo leader del centrodestra? Lo capiremo presto”.
L’opa di Salvini al centrodestra fa comunque discutere redazione e vertici del quotidiano diretto da Belpietro. Ieri in prima pagina compariva uno scambio di vedute tra il vicedirettore Fausto Carioti (“la Lega è una gabbia, non unirà mai tutti”) e il caporedattore centrale Martino Cervo (“lo decideranno i voti, non gli orfani del Cav”).
SALVINI VISTO DA DESTRA CON IL TEMPO
Lontana l’epoca in cui Il Tempo picchiava forte contro la Lega e il leghismo nordista. Oggi il quotidiano diretto da Gian Marco Chiocci dedica ampio spazio al nuovo Carroccio e interroga i pensatori di area se Salvini possa diventare o meno il baricentro della destra italiana.
I CONSIGLI DI FELTRI SUL LOOK
Più scettico Il Giornale. Ad agosto il direttore Alessandro Sallusti gli ha consigliato in un suo editoriale di non allontanarsi troppo dal centrodestra altrimenti si ritroverà da solo “in mezzo al mare. E allora addio governatori del Nord e addio sogni di conquistare la poltrona di sindaco di Milano”.
Più ironico Vittorio Feltri che lo loda per aver impresso una “sterzata geniale alla Lega” ma lo stronca sul look: “Le sue scelte rispondono pienamente all’esigenza di apparire al popolo uno del popolo. Ma non esageri. Un conto è essere anticonformisti in politica, e lui lo è, un altro è avere un aspetto da cassintegrato, anzi da esodato. Quando poi va in tv vestito come un migrante appena sbarcato da Lampedusa, mi creda, l’effetto che produce non è rassicurante”.
FENOMENOLOGIA DEL DITO MEDIO SECONDO IL FOGLIO
Il Foglio diretto dal berlusconiano (e anche un po’ renziano) Giuliano Ferrara affida invece alla penna di Salvatore Merlo un’analisi sull’inutilità della protesta fine a stessa che coinvolge anche il leader del Carroccio.
Scrive il giornalista fogliante: “Sarà pur vero, dunque, che Matteo Salvini supera Beppe Grillo nei sondaggi di gradimento, sarà pur vero che la sua Lega nazionale, un po’ verde Padania e un po’ nero Salò, raccoglie tanta della schiuma protestataria. Ma per farci cosa? Grillo non ci ha fatto niente, e ora perde voti e si perde nelle bislacche profezie di Casaleggio. Così il vecchio Bossi scuote la testa, dice che “Salvini è un leoncino nello zoo”. E anche Flavio Tosi, il sindaco leghista di Verona, si preoccupa: “Senza il centro, la destra non vince”. Ma se non si vince, se non si governa, se non si amministra, alla fine della politica resta soltanto il dito medio. E i voti, come una bibita gassata, si trasformano nel propellente per un fenomenale rutto nell’universo”.