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Così Renzi intorta Berlusconi, affossa Alfano e rivitalizza Grillo

Pressing di Matteo Renzi sulla riforma elettorale. Il presidente del Consiglio vorrebbe portare a casa la prima lettura al Senato entro la fine dell’anno e sollecita lo sparring partner del Patto del Nazareno a darsi una mossa. Silvio Berlusconi prende tempo. Se il leader di Forza Italia si è detto favorevole al premio di lista, una legge elettorale che contribuisca a creare un sistema bipartitico “sarebbe una buona cosa”, ha detto oggi al Quotidiano Nazionale, dal suo partito arriva il “non expedit”.

L’ANALISI DI D’ALIMONTE
Una considerazione che arriva anche dalle analisi dei politologi. Roberto D’Alimonte oggi nella sua analisi sul Sole 24 Ore si domanda: “Perché Berlusconi dovrebbe accettare un meccanismo del genere che lo priva della possibilità di essere più competitivo?”. E la risposta viene spiegata chiaramente in un’intervista che lo stesso professore della Luiss ha concesso alla Stampa: “Il premio alla lista gli creerebbe solo un mucchio di problemi e il rischio di finire terzo in una contesa elettorale”. Molto meglio il premio alla coalizione per Forza Italia che potrebbe provare ad aggregare tutte le forze di centrodestra, impresa ardua ma necessaria, per sfidare Renzi.

GRILLO RIVITALIZZATO NON FA PAURA
Il nuovo Italicum bipartitico rivitalizza il M5S, lo rende il secondo partito oltre al Pd. Ma questo al premier non fa paura, convinto com’è da tutti i sondaggi che può sconfiggerlo facilmente.

ALFANO AFFOSSATO
Chi invece sarebbe completamente affossato con questo modello è Angelino Alfano: “O ottiene una soglia del 3% che molto difficilmente gli verrà data, oppure potrebbe negoziare col Pd o con Fi dei posti nel listone unico. Ma in ogni caso, scomparirebbe quello che oggi si chiama Ncd”.

UN SISTEMA RENZICENTRICO
La verità è che questo sistema elettorale converrebbe solo a Renzi, fa notare D’Alimonte: “In questo momento abbiamo un partito intorno al 40% e il secondo con più o meno la metà dei voti in base ai sondaggi, cioè i 5 Stelle. E poi Forza Italia valutata al 15-16%. E quindi ne beneficerebbe di sicuro solo il Pd”.

LA MOTIVAZIONE MALIZIOSA DI FORZA ITALIA
Una valutazione già espressa su Formiche.net dal costituzionalista Vincenzo Lippolis che ha adombrato una motivazione più maliziosa per l’eventuale sì azzurro: “Se Berlusconi dovesse dire sì al Renzellum, accettando di fatto di ridurre il suo storico partito a una forza minore, si potrebbe pensare che la vera essenza del patto del Nazareno non siano tanto le riforme istituzionali, quanto la garanzia della sopravvivenza economica del gruppo legato a Berlusconi”.

RISCHIO ELEZIONI ANTICIPATE
Sta di fatto che Berlusconi per ora fa melina. Colpa forse della frenesia da voto anticipato piombata nel dibattito politico. Il leader di Fi al Quotidiano Nazionale si è detto preoccupato: “Non credo che una campagna elettorale sia quello di cui il Paese oggi ha bisogno, viste le difficoltà in cui ci troviamo”. Ma soprattutto il Cavaliere è consapevole che il fronte del centrodestra non è assolutamente pronto per il ritorno alle urne. Il premier lo rassicura, nelle anticipazioni del libro di Bruno Vespa chiarisce: “A me converrebbe portare a casa il consenso fortissimo delle elezioni europee per individuare un gruppo dirigente più vicino e più fedele. Ma se vogliamo rispettare gli interessi degli italiani, non ha senso cambiare verso a 300 deputati, ma cambiare il Paese. Quindi niente elezioni anticipate, questo Parlamento ha davvero la grande occasione di riscrivere le regole del gioco”. Ma ci sono molti segnali, individuati da Formiche.net, che fanno pensare il contrario.


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