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Forza Italia cambi linea, Salvini non può essere il nostro leader

Non basta azzerare le cariche come chiede Raffaele Fitto. Bisogna cambiare drasticamente linea politica, smetterla di fare una finta opposizione al governo Renzi e ripartire dalle primarie. Parola di Galeazzo Bignami, avvocato bolognese di 39 anni, fresco di rielezione nel consiglio regionale dell’Emilia-Romagna con Forza Italia grazie a quasi 10mila preferenze (9.956) in provincia di Bologna; in città è stato il più votato, davanti anche ai candidati del Pd.

Eppure, il suo risultato è in netto contrasto con la disfatta del partito berlusconiano di cui fa parte: appena l’8,36% in regione con poco più di 100mila consensi, un quinto di quelli raccolti dal Pdl nel 2010. Come è stato possibile Da dove ripartire? Bignami, un passato in An e già in prima linea per suonare la sveglia al centrodestra con la Leopolda Blu, ne parla con Formiche.net.

Forza Italia s’è ridotta a un ectoplasma in Emilia-Romagna. Come mai?

Cosa sceglie un elettore di centrodestra davanti a chi fa un selfie con Luxuria e a chi si presenta con l’auto sfasciata dai centri sociali davanti a un campo rom? Si è confusa l’idea dell’essere moderati con quella di essere “pistoloni”.

FI è andata malissimo, lei invece ha avuto un successo personale. Perché?

A Bologna abbiamo affrontato temi che il Pd ha lasciato scoperti: dalla giustizia sociale alla difesa delle fasce più deboli, al contrasto al degrado. C’è stata una squadra che ha lavorato con me e su 24mila voti presi da Fi in provincia, le mie preferenze sono state 10mila. Ma c’è un problema di linea politica: Forza Italia oggi è un partito totalmente introflesso, incapace di supplire con la propria classe dirigente all’inabilità giuridica di Berlusconi e che attende ancora come il messia il ritorno del capo. Nel frattempo, si viola la prima regola della politica, quella di non lasciare spazi liberi, perché vengono subito occupati da altri, come Salvini.

Perché avete lasciato alla Lega il candidato presidente?

Perché Berlusconi reputa l’Emilia-Romagna del tutto irrilevante, compiendo così un grave errore strategico.

Non potevate fare le primarie di coalizione?

Io le ho proposte sin da subito. Mi è stato detto che si sarebbero fatte, poi quando è arrivato il momento, mi hanno riferito che non c’era più tempo e si è scelto il leghista Fabbri con un’operazione verticistica. Una schizofrenia sanzionata dagli elettori. Il mio risultato personale dimostra invece che se crei partecipazione attorno a un progetto, allora il consenso si trova.

Ha pesato la mancata alleanza con Ncd-Udc?

Direi di no, visti i loro numeri. Penso però che si debba cercare di ritessere il filo del dialogo con quella componente. Ma prima è Forza Italia a dover chiarire la sua linea politica, perché non si può dire di no a Mare Nostrum e poi allearsi con Alfano.

E’ d’accordo con Fitto? Bisogna azzerare tutte le cariche?

Non vorrei che questa fosse un’operazione messa in piedi da qualcuno per creare alibi e magari dare la colpa alle nomine nei territori. No, il problema è la linea politica, che non viene fatta dai territori ma a Roma. La proposta di Fitto mi pare l’ennesimo tentativo di eludere il problema. Prima i dirigenti nazionali devono venire a Bologna e andare in Calabria a chiedere scusa.

Berlusconi deve stracciare il patto del Nazareno con Renzi?

Non so cosa ci sia scritto in quel patto, ma di sicuro va chiarito il rapporto col Pd. La gente ai banchetti ci diceva di mollare Renzi; non serve spiegare che fai con lui solo le riforme, ti vedono come un sostenitore del governo. Mi sorprende che un mago della comunicazione come Berlusconi abbia fatto passare l’idea che siamo alleati di Renzi. In politica il prodotto reale è quello percepito, e lui lo sa bene. Io sono stato premiato a Bologna per la mia chiarissima opposizione al Pd.

Berlusconi sta diventando un handicap per Forza Italia?

Deve decidere cosa fare, se dare un futuro alla sua creatura o se renderla funzionale a interessi minimi di carattere personale. Da partito a vocazione maggioritaria che alle regionali del 2010 è arrivato al 24% in una terra difficile come l’Emilia-Romagna, siamo scesi a numeri che in alcune zone ricordano il Movimento sociale negli anni ’70.

Da cosa ripartire?

Dalle primarie, che non sono la panacea di tutti i mali, ma uno strumento di partecipazione, cambiamento e apertura. Sia per la leadership nazionale che per tutti gli altri livelli. E invece ancora aspettiamo che la Corte di giustizia europea si esprima, facendo finta che Berlusconi sia candidabile. E’ come se io continuassi a dire che il Bologna è in serie A e domenica mi presento a San Siro. Siamo peggio degli struzzi.

E’ Salvini il futuro leader del centrodestra nazionale?

Ma non scherziamo. Dice di difendere i confini dell’immigrazione, ma di quali confini parla? Di quelli del Po? L’Italia è una e indivisibile. E quando dice che in Corea del Nord si sta bene? Tradisce forse la sua vena comunista? Salvini ha in mente tutt’altro, se vuole sfondare a sinistra faccia pure. Noi ci vogliamo preoccupare della destra. Per me può essere solo un alleato.

Che ne pensa del casting berlusconiano con i giovani a Villa Gernetto?

A Villa Gernetto o ad Arcore andiamo a piantare le tende per chiedere a Berlusconi di ascoltarci e di avviare la ricostruzione. Se partecipavo a quell’iniziativa, invece di 10mila preferenze prendevo 10mila calci nel sedere. Con il mio gruppo di Bologna abbiamo già scritto a Berlusconi nel gennaio scorso, ma non ci ha ascoltato. Abbiamo fatto un evento a giugno, ma pochi ci hanno considerato. Torneremo a scrivergli, se non ci ascolta andremo a piantonarlo. E se non vorrà farlo, la prenderemo come una risposta definitiva.



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