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Berlusconi, Fitto e quelle stupefacenti sorprese sull’exploit di Salvini

Nessuno minimizza, come chiede a gran voce il ritornato capo dei ribelli di Forza Italia Raffaele Fitto. Eppure non c’è nulla di sorprendente nei risultati delle Regionali in Emilia Romagna. Nel centrodestra la Lega ha superato, anzi più che doppiato gli azzurri, con 19,4% contro 8,3%.

Un sorpasso “storico”, come lo ha definito Matteo Salvini, ma anche molto prevedibile. Forza Italia non ha fatto nulla per evitarlo, notano osservatori di centrodestra. Ha lasciato che la Lega imponesse il suo candidato, Alan Fabbri, che tra l’altro a Berlusconi non è mai piaciuto un granché per il suo aspetto ruspante. Si è cullata nell’attivismo di Salvini, che si è speso in prima persona, in una campagna elettorale palmo a palmo, e ha rivitalizzato un centrodestra asfittico. Ha fatto propri alcuni dei cavalli di battaglia del nuovo leader della Lega come i no all’euro e all’Europa che tanto successo riscuotono in questo periodo.

Tra gli azzurri c’è sì chi ha borbottato per qualche scelta confusionaria o ondivaga del capo, come sui diritti civili o sul governo Renzi, per il rinnovamento assente del partito o per le mancate primarie. Ma mai nessuna voce si è levata per sollevare la questione Salvini, per far notare che forse l’alleanza genuflessa al Carroccio in Emilia non era una grande idea, che può non essere Salvini la panacea di tutti i mali del centrodestra e che la tanto sbandierata ricomposizione dei moderati si infrange inevitabilmente sulla diversità di posizioni dei suoi presunti componenti.

Forza Italia in Emilia Romagna è al quarto posto, dietro a Pd, Lega e M5S. L’incubo si è avverato e non consola sapere che riguarda al momento solo un risultato locale. Fitto ne ha approfittato per tornare alla carica con le sue istanze, nonostante il chiarimento con il Cavaliere delle scorse settimane, chiedendo di azzerare anche le cariche interne. Ma a meravigliare sono soprattutto le retroguardie dove ora sono in tanti a prendere coraggio e ad alzare la voce, chiedendo una rifondazione del partito.

Stupiscono gli stupori del giorno dopo di chi, il giorno prima, non ha fatto altro che lisciare il pelo a Matteo Salvini.



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