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Tutti gli smoderati attriti bolognesi fra Salvini e Alfano

Nella brutta pagina politica scritta scritta ieri a Bologna, con l’aggressione dei centri sociali a Matteo Salvini, si è consumato un rinnovato duello a distanza tra il segretario della Lega Nord e Angelino Alfano. Tuttavia, a differenza del passato, non si è ripetuto il solito copione che vedeva il leader del Carroccio intento ad attaccare duramente il ministro degli Interni, costringendolo il più delle volte a giocare di rimessa, come sull’operazione Mare Nostrum.

DISSIDI SALVINI-ALFANO (qui il commento del direttore di Formiche.net, Michele Arnese)

Il segretario del Nuovo Centrodestra, in questi ultimi giorni di campagna elettorale per le regionali in Emilia-Romagna e Calabria, ha infatti deciso di lanciare la controffensiva, indossando l’elmetto e focalizzando il mirino proprio su Salvini, sempre più al centro dei suoi pensieri, nuovo bersaglio privilegiato per differenziarsi all’interno dello scacchiere politico. Con la sua nuova strategia Alfano (e con lui l’Ncd) punta così a fare leva su quell’elettorato moderato e non di sinistra che rischia di essere spaventato dal nuovo corso leghista con simpatie lepeniste al quale ormai si è adeguata Forza Italia.

IL DUELLO LUNGO LA VIA EMILIA 

Mentre Salvini ieri mattina arrivava al campo sinti di Bologna, dove la sua auto è stata danneggiata il ministro dell’Interno si trovava anche lui in Emilia-Romagna, ma a Rimini, a un convegno organizzato dal deputato Ncd Sergio Pizzolante sulle concessioni balneari. Entrambi, quindi, impegnati in una giornata di campagna elettorale al fianco dei rispettivi candidati alla presidenza della Regione, Alan Fabbri per il Carroccio ed Alessandro Rondoni per Ncd e Udc. Non appena le immagini dell’auto leghista presa d’assalto hanno fatto il giro del web, è partita la ridda di dichiarazioni. Fa riflettere però che dalle fila dell’Ncd insieme alle parole di condanna contro i centri sociali, appartenenti ad ambienti agli antipodi dell’area moderata, siano arrivate pesanti critiche anche allo stesso Salvini, colpevole per diversi alfaniani di essersela cercata, come sostengono diversi esponenti di Pd, Sel e sinistra radicale.

IL BATTIBECCO LEGA-NCD

Per la prima volta nel mirino non c’è finita solo la violenza degli antagonisti. Un esponente di calibro dell’Ncd come Fabrizio Cicchitto ha dichiarato infatti che “il protagonismo di Salvini mirato per quello che riguarda i tempi e i luoghi ha puntato a sua volta ad incendiare la prateria, innescando processi e reazioni con obiettivi elettorali e demagocici”. Ancora più netto il senatore Ncd, Carlo Giovanardi, che ha paragonato il leader leghista a “chi cerca con impegno l’incidente e lo trova”. Il fuoco però lo aveva già aperto in mattinata lo stesso Alfano, quando aveva detto di preferire la Fiom al Carroccio in un’intervista rilasciata proprio al giornale bolognese Qn.

GLI SPAZI PER IL POLO MODERATO 

Nel suo tour elettorale in Romagna, ieri Alfano ha fatto tappa anche a Ravenna. E tra dichiarazioni sul fatto di giornata e una stretta di mano ai sostenitori, ha acceso i riflettori sulla Costituente Popolare composta da Ncd, Udc e Popolari per l’Italia. “Se questo progetto si afferma in Emilia-Romagna – ha detto il ministro -, siamo sicuri che avrà la forza per affermarsi in tutta Italia”. La collaborazione con il Pd nell’esecutivo di Matteo Renzi “ha evitato che oggi il nostro Paese fosse governato da Grillo”. Tuttavia, “arriveremo al punto di riprendere ognuno la propria strada e noi dovremo essere in grado di aggregare il centrodestra che non sta né con la sinistra né con la Lega”, definita da Pizzolante come “lepenista, razzista ed estremista” e “tutt’altra cosa rispetto alla vera Lega federalista di Bossi”. “Il nostro elettorato non può accettare la deriva di Salvini, che tiene sotto ricatto Forza Italia” ha rincarato Alfano, ricordando – sempre per marcare la distanza dal leader padano – che “noi vogliamo potenziare l’euro e la Bce e non tornare alla lira riportando la storia”.

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