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Non tutti i virus vengono per nuocere

Ebola, HIV, influenza, epatite. Tutti virus che causano moltissimi malati e morti. Non c’è da stupirsi che i virus godano di una pessima reputazione. A questo si aggiunge il fatto che i mass media amplificano le nostre paure e nutrono il timore irrazionale di un virus letale che prima o poi metterà a dura prova la nostra civiltà.

Dati recenti però suggeriscono che i virus non siano solo causa di malattie ma possano addirittura essere vantaggiosi per la salute. Questo è il messaggio di un articolo uscito sull’ultimo numero da Nature e firmato da Ken Cadwell, un immunologo della New York University School of Medicine.

Il Dr. Cadwell è un esperto del microbioma. Un termine poco familiare che indica la comunità di 100 trilioni di microbi che vivono in ognuno di noi. Lo studio del microbioma e della sua complessità è uno degli argomenti di punta della ricerca biomedica. Sempre più numerosi sono gli articoli, anche sui quotidiani, che ci informano di qualche scoperta o curiosità relativa ai microbi che popolano il nostro corpo. E’ di questi giorni la notizia da mass media che ogni volta che ci baciamo ci scambiamo 80 milioni di batteri.

Il microbioma è importante per la nostra salute. Ad esempio i microbi garantiscono lo sviluppo e la funzione corretta del nostro intestino. Senza i microbi la struttura stessa dell’intestino è alterata. E in assenza di “batteri buoni” non si ha il normale approvvigionamento nell’intestino di cellule immunitarie, che attaccano gli agenti patogeni. Così una serie di condizioni patologiche o anche il trattamento con antibiotici può alterare la nostra flora intestinale, la struttura fine dell’intestino ed avere riflessi negativi sulla salute. Ma non spaventatevi, nel caso degli antibiotici tutto torna come prima appena finito il trattamento.

Molti esperimenti suggeriscono che alcune malattie come la malattia infiammatoria intestinale possano essere il risultato di un non corretto rapporto tra i microbi e l’organismo in cui vivono. E’ quindi importante cercare di capire che cosa è alla base di questo rapporto in condizioni normali e cosa va male nella malattia.

Il gruppo del Dr. Cadwell si occupa proprio di questo. Durante i suoi studi un po’ per caso ma soprattutto per la sua capacità di cogliere il significato di un risultato inatteso, Cadwell ha scoperto che un particolare virus ad RNA (chiamato Norovirus) può avere effetti positivi sulla funzione e struttura dell’intestino aiutando a risolvere problemi dovuti alla mancanza della normale flora intestinale. Problemi che ad esempio si possono riprodurre in laboratorio uccidendo tutti i microbi intestinali del topolino con dosi massicce di antibiotici.

Nell’uomo i Norovirus (virus che vive nell’intestino) provoca vomito e diarrea – ed è responsabile di malattie gastrointestinali. Il virus è innocuo nei topi sani anche se in topi con mutazioni in specifici geni può innescare la malattia infiammatoria intestinale.

La domanda che Cadwell si è posto è se il virus abbia una qualche funzione nell’intestino normale. Ed è riuscito a dimostrare che il virus è in grado di ripristinare la normale funzione intestinale dovuta alla distruzione del microbioma con dosi massicce di antibiotici. In altre parole, il virus può svolgere alcune funzioni fino ad ora attribuite ai batteri della flora barrica.

Ma c’è di più. Il gruppo del Dr. Cadwell è riuscito anche a dimostrare che questa capacità curativa del virus dipende da una proteina presente sulle cellule del topolino. Una proteina che ha a che fare con la risposta delle cellule dell’organismo alle infezioni virali. Quando la proteina è mutata o assente il Norovirus non ha più nessun effetto curativo. Come a dire che esiste un rapporto molto stretto tra il virus ed il suo ospite.

E’ possibile che esistano altri virus in grado di contribuire insieme ai batteri all’integrità del nostro intestino. Alcuni ricercatori si spingono ad ipotizzare che le esposizioni dei bambini a certi virus siano in realtà importanti per il normale sviluppo dell’organismo.

Insomma un cambio di prospettiva: non solo virus cattivi ma anche virus buoni. Un cambio di prospettiva che promette di aprire nuovo campo di ricerca: identificare i virus che contribuiscono a mantenerci sani.

 

 


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