L’India è il più grande acquirente al mondo di armi, con il 14%, quasi tre volte di più della Cina. Ma mentre sino al 2013 gli Stati Uniti avevano superato Mosca come il più grande fornitore di armi dell’India, ora New Delhi rinuncia all’acquisto del complesso missilistico anticarro portatile Javelin dagli americani e strizza l’occhio ai francesi di Airbus. Come cambia la partita geopolitica nella macroregione asiatica?
NUMERI
Negli ultimi due lustri l’India ha incentrato le proprie politiche militari sul rinnovamento pressocché totale di una flotta ormai obsoleta, figlia dell’ex Unione Sovietica. Non solo mezzi e strumenti in tutti i settori, ma nuovi elicotteri hanno sostituito almeno duecento velivoli. L’India è attualmente il primo importatore di armi del pianeta, seguito da Cina e Pakistan. Ai primi tre posti fra gli esportatori, invece, ci sono Usa, Russia e Germania.
PROGETTI
Da qui al 2020 il Paese ha in programma di spendere circa 130 miliardi di dollari per nuovi ordini, tra sistemi di arma, mezzi e tecnologie. Ma il dato relativo al trend in entrata si somma a quello riferito al ruolo geopolitico che potrebbe giocare all’interno della macro area asiatica. Non solo facendo un assist alle aziende statunitensi e russe relativamente ai contratti, ma con uno sguardo rivolto alle continue e sempre più frequenti esercitazioni congiunte proprio tra India e Usa, che fanno da sfondo alle tensioni mai sopite con Cina e Pakistan.
MAKE IN INDIA
Da quest’anno il trend potrebbe subire una mutazione di orizzonti e direttrici di marcia. L’India ha annullato due ordini per l’acquisto di aerei e sommergibili e ha deciso di fabbricarli in casa. La mossa rientra all’interno di un nuovo e ambizioso progetto del governo guidato dal primo ministro Narendra Modi, per promuovere un’industria nazionale legata alle armi. L’obiettivo è dare lustro ad una grande iniziativa interna che lo stesso Modi ha definito “Make in India.”
QUI TEL AVIV
Il progetto “Make in India” non viaggia però su un binario singolo, bensì si lega ad una serie di mosse. Il ruolo di Israele all’interno delle dinamiche militari indiane ha registrato un intenso movimentismo che ne ha cambiato orizzonti e potenzialità. L’India ha recentemente rinunciato all’acquisto dagli Usa del complesso missilistico anticarro mobile Javelin, a vantaggio della società israeliana Rafael Advanced Defence Systems. Il nulla osta all’operazione si è avuto a fine ottobre quando, in occasione del Defence Acquisition Council, il ministro della difesa Arun Jaitley ha appaltato ad Israele – non senza polemiche – quasi novemila missili anticarro Spike e più di trecento rampe di lancio per una spesa complessiva di 525 milioni di dollari.
ASSE CON AIRBUS
Un altro elemento di analisi è dato dalla volontà di Тata di fabbricare un aereo militare da trasporto assieme ai francesi di Airbus. Secondo il quotidiano Times of India quello con Airbus è il primo passo con una realtà straniera compiuto all’indomani dell’aumento deciso del governo degli investimenti stranieri nella difesa (saliti dal 26 al 49%). Al momento l’aviazione indiana conta sui mezzi russi An-32 e Il-76, sui britannici Avro, sugli americani Lockheed C-130 Hercules e Boeing C-17 Globemaster III. Senza dimenticare l’ordine da Mosca del Multirole Transport Aircraft (Mta).
SCENARI
Si tratta di un passaggio significativo all’interno delle dinamiche politiche commerciali tra i due bacini, che hanno visto coinvolti, a più riprese e in diverse vesti, praticamente tutti maggiori Paesi dello scacchiere mondiale. Come il caso della portaerei “Vikramaditya” (ex “Ammiraglio Gorshkov”) relativo lo scorso anno, quando il mezzo, sviluppato dai russi di Sevmash, fu consegnato all’India senza i principali sistemi di difesa aerea. Un fatto che i giornali locali imputarono agli sviluppatori israeliani. Ecco, quindi, che il cambio di strategia di New Dehli si presta ad una serie di valutazioni e letture che non possono, per forza di cose, essere slegate daeventi paralleli, come adempio la volontà di produrre con la Russia il velivolo regionale Sukhoi Superjet 100, alla commercializzazione del quale partecipa anche Finmeccanica-Alenia.
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