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La crisi della politica vista dalla CEI del Card. Bagnasco

Nell’incontro dei vescovi della CEI ad Assisi sono state esaminate le conclusioni del Sinodo sulla famiglia tenutosi in Vaticano ad ottobre. Gli alti prelati hanno affrontato questioni legate ai nuovi paradigmi sociali, soffermandosi anche su alcuni temi che riguardano la vita politica e l’azione di governo, quanto mai preziosi per aiutare l’asfittico dibattito, soprattutto in quello spazio proprio dei cattolici dove si sta giocando una partita neutra, svogliata, senza stimoli.
Bagnasco ha parlato delle…” difficoltà economiche–a volte al limite della miseria–“…che “incidono, infatti, sulla tenuta del nucleo familiare”…  e poi della “necessità di ulteriori sforzi perché la piaga della povertà venga superata e sia stabilmente rimossa”.
La persecuzione dei cristiani in Medio Oriente e non solo in quello spicchio del Pianeta destano sconcerto e preoccupazione: “Forse che i cristiani sono una presenza scomoda per progetti culturali e politici, per interessi economici e finanziari? È forse questa la vera ragione di tanta connivenza internazionale? Noi non possiamo tacere: le comunità cristiane di tutto il mondo leveranno la voce come un’onda contro questa ingiustizia che sa di genocidio, e che raggiunge l’abiezione di crimine contro l’umanità. È una sconfitta non di una parte, ma dell’intera civiltà”.
Preoccupazione è stata manifestata sugli scarsi risultati ottenuti per il mancato miglioramento dell’occupazione, sottolineando la crescente sfiducia che regna tra i giovani. Un dato che potrebbe addirittura alterare le statistiche su disoccupazione e inoccupazione. “Si sta perdendo una generazione. Che cosa sarà di tanti giovani? Quali vie li attendono se sono costretti a rimanere ai bordi di una società che sembra rifiutarli? Quali loschi personaggi – in Italia e altrove – sono pronti a farne scempio per i loro interessi? È questa la globalizzazione? Quella dell’indifferenza, dell’interesse e del malaffare, anziché quella dello scambio virtuoso e di una vita degna per tutti, a partire da chi ha meno o niente? I poveri e i bisognosi – di ieri e di oggi – guardano con terrore una società che corre e si allontana, rispetto alla quale loro non hanno più il passo o non l’hanno mai avuto. La globalizzazione, vera opportunità per culture, risorse, valori, è forse destinata ad arricchire i ricchi e a impoverire i poveri”? Interrogativi che potrebbero impegnare il parlamento italiano, e non solo, per una intera legislatura. Il Card. Bagnasco ha speso parole di grande apprensione per la politica, in particolare: “Si sente parlare di “patto sociale” affinché – remando tutti nella medesima direzione – si possa uscire da onde travolgenti. Qualcuno fa riferimento al nostro Dopoguerra: dalle macerie delle case e delle persone, chi era in piedi ha realizzato quel patto sociale da cui è nata la Costituzione. Allora c’era un tessuto connettivo del Paese e da quello partivano le legittime differenze che, però, non impedivano di intendersi sui principi fondamentali. Ma oggi? Non ci sono macerie di case da ricostruire, sembrano esserci, invece, le macerie dell’alfabeto umano…” E ancora: “…In altri termini, potremmo dire che bisogna rifondare la politica, rimettere cioè a fuoco che cosa vuol dire stare insieme, lavorare insieme per essere che cosa. In realtà, insieme all’Europa, non attraversiamo soltanto una crisi economica e strutturale, ma siamo in mezzo ad una crisi culturale da prendere sul serio. In questo senso, l’Occidente dovrebbe mettersi maggiormente alla scuola di un’autorità alta, quella di coloro che soffrono, che stanno peggio, ricordando che l’ascolto delle sofferenze illumina e guida ogni politica, che intende essere forma alta di servizio”.
La crisi della politica denunciata dal Card. Bagnasco ha motivazioni concrete e condivise, considerate anche le scarse capacità del governo Renzi. Le vicende ultime ripiegate interamente sul PD renziano stanno certificando il saccheggio di tutto e tutti. Lo sconcertante silenzio degli oppositori ne è la riprova. C’è una forma di rassegnata acquiescenza nei confronti di questo governo e del suo capo, mai vista prima d’ora. Una evidente frustrazione si riscontra tra le opposizioni, a causa dell’intesa, né politica né istituzionale, tra Renzi e Berlusconi, sintomatica di una condotta obliqua tra i due, che il primo giustifica col galateo parlamentare che vuole le riforme condivise con le minoranze, il secondo, invece, mentendo grossolanamente, la spiega riferendola alle sole riforme, ma tratta questioni aziendali e di casato. L’ibrido connubio comunque, dando ragione a Bagnasco, certifica la grave crisi della politica che sta partorendo soltanto ambiguità, scarsa trasparenza, menzogne, macerie insomma. Gli italiani sfiduciati mostrano accettazione amara, perchè le risorse di cui sono in possesso si assottigliano sempre di più, a causa delle tantissime tasse da pagare, della perdita del potere d’acquisto della moneta, della scarsa efficienza dei servizi, della carente organizzazione del welfare. Gli incontri tra i due esponenti politici, oggi protagonisti su un palcoscenico sgangherato, stanno creando più confusione che chiarezza. Berlusconi e Renzi si stanno giocando solo una partita di carattere personale.
Di fronte a queste manovre di basso profilo chi può sostenere che le parole di Bagnasco sono d’occasione? Ci sono tutte le motivazioni per dargli ascolto nel deserto di idee, di proposte, di iniziative, soprattutto in ambito cattolico.



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