Grazie all’autorizzazione del gruppo Class editori pubblichiamo il commento di Edoardo Narduzzi apparso su Italia Oggi, il quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi.
L’ultima Leopolda fiorentina organizzata dal premier Matteo Renzi ha registrato il tutto esaurito. In Italia, è noto, il carro del vincitore è sempre affollato, una tradizione non smentita neppure stavolta. Tante energie ma poco pil, nonostante i numerosissimi tavoli tematici. Il fatto che più di ogni altro inizia a preoccupare mercati e investitori è l’incapacità di Renzi di invertire le aspettative, di modificare sensibilmente la traiettoria, ormai più che decennale, di stagnazione del pil italiano. L’ultima legge di stabilità, il primo vero banco di prova del premier, non avrà effetti significativi sulla crescita italiana. Istat e Bankitalia hanno fotografato un pil 2015 addirittura più basso di un frazionate del valore già insufficiente contenuto nei documenti governativi: +0,6%. E il 2016 non sarà un anno di svolta con il pil al galoppo. Con uno stock di debito pubblico al 135% del pil e una disoccupazione prossima al 13% l’Italia ha un disperato bisogno di fare sviluppo altrimenti le sabbie mobili la risucchieranno verso il default generazionale.
Che cosa non torna della politica economica di Renzi? La strategia economica del premier è un po’ come la Leopolda, vuole fare troppe cose contestualmente e finisce per non realizzare nulla di significativo, cioè capace di produrre una vera discontinuità. Ottanta euro in più ai redditi bassi, alle neomamme, qualche contributo in meno alle imprese che assumono, un’amputazione della base imponibile dell’Irap e così via con interventi di ogni tipo che fanno della politica economica del governo una vera insalata russa nella quale nessun sapore, e nessun ingrediente, prevale sugli altri. Renzi, forse, vorrebbe strafare, far vedere subito ai mercati che l’Italia sta cambiando ma lo fa senza scegliere un solo punto di attacco. Abolire l’Irap produce un effetto sulle aspettative di investimento, amputarla uno diverso. Abbassare la curva dell’Irpef su tutti i redditi ha uno stimolo sui consumi, farlo solo sui redditi più bassi molto meno.
La politica economica di Renzi spara troppi pallini, spara nel mucchio sperando di cogliere più tordi possibili allo stesso tempo. Dovrebbe, invece, per far ripartire il pil, concentrare le scarse risorse disponibili per colpire uno o al massimo due bersagli grossi capaci di invertire le aspettative. E la stagnazione del pil è la vera opposizione che deve temere Renzi che non può illudersi di placare i mercati dilagando sulle tv. Sono stato una settimana in Germania e ho incrociato la Merkel sul piccolo schermo per pochi minuti, Renzi, invece, ha piantato le tende in tv. Serve una strategia diversa per fare pil.