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Matteo Salvini, il fidanzato cattivo che l’Ue si merita

Alle ragazze piacciono i cattivi ragazzi e la politica non fa eccezione. Generazioni di adolescenti maschi sono cresciute nella consapevolezza, più o meno dolorosa, che chi spedisce fiori e si propone come autista per gli spostamenti dell’amata, finisce sicuramente in bianco. Quelli del “fuori dal letto nessuna pietà”, invece, se la passano benissimo, perché con sforzo zero – niente attenzioni né rispetto delle più elementari regole dell’educazione – ottengono quello che vogliono. È il teorema del “trattale male e allora sì, vedrai che ti amerà” di Marco Ferradini, che mi è tornato in mente quando la Commissione europea ha inviato a Roma e Parigi le lettere di richiamo, per dire ai due governi che le rispettive Leggi di Stabilità (la vecchia finanziaria) non vanno bene perché non rispettano gli accordi presi con l’Europa. Entrambe poco rigorose e credibili.

La differenza è che Francia è un monello patentato, amatissimo dai paesi virtuosi come la Germania di Angela Merkel, l’Italia uno spasimante con un passato burrascoso, ma premuroso. Ha trovato traffico, ritarda all’appuntamento e per questo viene maltrattato, a differenza dell’altro, che non si è proprio presentato.

Prendi l’Europa, “falla aspettare per ore”, come ha fatto la Parigi, insomma. L’Esagono ha un deficit saldamente sopra il 3% quindi è nella lista dei paesi cattivi e non si fa problemi nel restarci. Vero che ha un debito pubblico più basso del nostro, ma è in rapida crescita. L’Italia rispetta il tetto dei tre punti, ma le viene riservato un trattamento più severo. Costretta a portare il disavanzo al 2,6% contro il 4,3% di Parigi, per ottenere un primo parziale sì dopo la lettera di Bruxelles. Il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan ha dovuto offrire “anche spremute di cuore” cioè altri risparmi per 4,5 miliardi. Parigi solo 3,6. L’appuntamento del fidanzato francese con il rigore può attendere.

Ma è dopo avere letto la risposta del governo francese alla Commissione europea, che la hit degli anni Settanta dal sapore vagamente maschilista mi si è fissata definitivamente in testa. Tra i motivi del “non” dell’Eliseo al richiamo di Bruxelles c’è il rischio tutto politico delle reazioni dell’elettorato francese al rigore. Il messaggio è: se rispettiamo i patti ci sarà una ulteriore avanzata della destra anti europea quindi del Front National di Marine Le Pen. E non vi conviene. A quanto pare è stato l’argomento più forte. Bruxelles si è spaventata e così ha fatto passare un principio pericoloso: tanto più il fidanzato è cattivo, quando più le istituzioni europee si concedono.

Viene da pensare che il sondaggio pubblicato dal Corriere della Sera, che dà il leader della Lega Matteo Salvini secondo politico più popolare dopo Matteo Renzi con il 28% dei consensi, sia la risposta – paradossalmente razionale – degli italiani al nuovo Teorema che potrebbe suonare così: “Prendi l’Europa trattala male, vedrai che poi qualcosa uscirà”.



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