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Maurizio Landini, il nostro Forrest Gump della vita reale

Nel film ‘’Forrest Gump’’ se il personaggio protagonista doveva recarsi in qualche posto ci andava di corsa. Il nostro Forrest Gump della vita reale – Maurizio Landini – se deve dire una cosa lo fa urlando.

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‘’Le leggi sull’immigrazione dovrebbero essere generose, dovrebbero essere eque, dovrebbero essere flessibili. Con leggi siffatte potremo guardare al mondo, e al nostro passato, con le mani pulite e la coscienza tranquilla. Una tale politica non sarebbe che la riconferma dei nostri antichi principi. Esprimerebbe la nostra adesione alla parole di George Washington: ‘’Il grembo dell’America è pronto ad accogliere non solo lo straniero ricco e rispettabile, ma anche gli oppressi e i perseguitati di ogni nazione e religione; a costoro dovremmo garantire la partecipazione ai nostri diritti e privilegi, se con la loro moralità e condotta decorosa, si mostrano degni di goderne’’. (John F. Kennedy)

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Nella nuova edizione del saggio (Oscar Mondadori 2014, 10 euro) ‘’L’uso politico della giustizia’’, Fabrizio Cicchitto – già autorevole esponente del Pdl, ora del Ncd e presidente della Commissione Esteri della Camera – ha aggiornato la sua ricerca sull’utilizzo della magistratura inquirente a fini di lotta politica arrivando, nel condurre un’analisi documentata dei fatti, ai giorni nostri ed in particolare alle vicende che hanno determinato l’estromissione di Silvio Berlusconi dal Senato, in seguito alla condanna in via definitiva nel processo Mediaset e con annessa interdizione dai pubblici uffici in base ad un’interpretazione discutibile della legge Severino. Che l’ex premier sia stato, negli anni, oggetto di una attenzione particolare da parte delle procure e in generale della magistratura, lo dimostrano i dati riportati nel saggio di Cicchitto: 53 processi, 488 perquisizioni, 290mila intercettazioni telefoniche, 108 inchieste contro le sue aziende, 133 avvocati impiegati nella difesa, 2.497 udienze in tribunale. Ma l’interesse del saggio di Fabrizio Cicchitto sta nel riconoscere che ‘’Berlusconi ha consegnato su un piatto d’argento alla procura di Milano del materiale pittoresco, ma passibile di altri usi’’ e nel cogliere ‘’una singolare contraddizione fra la loro (di Berlusconi e dei suoi collaboratori, ndr) durissima e ripetuta denuncia dell’uso politico della giustizia e una serie di comportamenti concreti che presupponevano un atteggiamento di assoluta neutralità da parte di tutta la magistratura’’. Insomma, l’ex Cav ci ha messo tanto del suo.

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Le frasi celebri nella versione di Ignazio Marino.

‘’Bixio, se si va a Tor Sapienza si muore !’’

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La Francescheide. ‘’Chi sono io per tenermi i doni che mi hanno fatto? Organizzo un’asta a beneficio dei poveri. Al massimo mi succede come a Renzi con le auto blu dismesse via web. Non me li prende nessuno”.

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