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Midterm Elections: meno benefattori, più lobby.

Dal 1998 a oggi ogni tornata elettorale statunitense ha segnato un record di spesa più alto rispetto alla precedente. Le ultime MidTerm Elections non smentiscono il trend. Con una spesa complessiva 1,75 miliardi di dollari per i Repubblicani, e 1,64 miliardi per i Democrats, è stato battuto, anche se di misura, il record delle MidTerm Elections del 2010.

Maggiore spesa significa due cose. I partiti affinano sempre gli strumenti di fundraising, mostrando una capacità di raccolta capillare. Al tempo stesso, il legame tra i candidati eletti e gli elettori, singoli benefattori e imprese, diventa sempre più stretto. Stando ai dati diffusi dal Center for Responsive Politics – think tank politico statunitense – il 94,2% e l’81,8% degli eletti, rispettivamente, a Camera e Senato sono anche quelli che hanno speso di più per la propria campagna elettorale. Ergo: sono coloro che hanno ricevuto più fondi. Anche in questo caso, peraltro, è stato infranto il record delle MidTerm del 2010 (allora il 93,8% dei candidati che avevano speso di più per farsi eleggere alla Camera – e il 75,8% di quelli al Senato – avevano poi ottenuto il seggio).

C’è un solo dato – però cruciale – che inverte il trend in salita da 15 anni, ed è il numero di donatori individuali. Per la prima volta le MidTerm del 2014 segnano un calo nei donatori individuali. I “pesci piccoli”, per intenderci. Solo loro che diminuiscono. Tant’è che i Repubblicani vincono anche per aver saputo interpretare il trend e, a differenza dei Democratici, sono quelli che fanno meno affidamento sulle donazioni inferiori ai 200 dollari. Quelle, appunto, che segnano il limite tra il singolo benefattore comune, e gli importi di spesa più sostanziosi, spesso provenienti dalle imprese. Sul punto il grafico è chiaro:

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Cosa ne deduciamo?  Che la pressione dei gruppi di interesse sulla politica si fa ancora più forte. Ne è la controprova il fatto che le donazioni occulte (le cd. “Dark Money”, quelle per le quali la legge consente di non diffondere i nominativi dei donatori e gli importi precisi) quasi raddoppiano. 160,8 miliardi di dollari nel 2010 contro i 215,6 miliardi di questa tornata elettorale.

Considerato che si tratta della prima tornata elettorale su cui si riflettono gli effetti della sentenza McCutcheon (quella con cui la Corte Suprema in gennaio ha allargato le maniche in tema di limiti ai finanziamenti elettorali) c’è ancora molto da scoprire e bisognerà attendere le prossime elezioni per avere un quadro più completo. Nel frattempo è utile pensare a cosa accadrà da noi. Le cene elettorali da 1000 euro a menu sono un fenomeno che fa ancora notizia da noi. Per quanto ancora?

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