Il Papa ha scelto il cardinale Robert Sarah come nuovo prefetto della congregazione per il Culto divino e la disciplina dei sacramenti. L’organismo era vacante dallo scorso agosto, quando il cardinale Antonio Canizares Llovera era stato trasferito in Spagna come arcivescovo di Valencia. Sarah, sessantanove anni, è il primo cardinale nella storia della chiesa proveniente dalla Guinea Bissau. Consacrato vescovo nel 1979 da mons. Giovanni Benelli, è stato per oltre ventidue anni arcivescovo di Conakry. Nel 2001, Giovanni Paolo II lo nominò segretario della congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli, e nove anni dopo Benedetto XVI decise di elevarlo alla porpora un mese dopo averlo nominato presidente del Pontificio consiglio Cor Unum.
I TIMORI DEL FRONTE TRADIZIONALISTA
La nomina del nuovo responsabile del Culto divino era attesa con qualche apprensione dai settori più conservatori, che temevano una rapida archiviazione dell’opera di recupero di elementi liturgici della tradizione avviata negli ultimi anni del pontificato di Benedetto XVI. Temevano, in particolare, la promozione di mons. Piero Marini, per due decenni Maestro delle celebrazioni liturgiche il cui mandato non era stato rinnovato nel 2007 da Ratzinger. Invece, il Papa ha scelto un profilo opposto. Solo qualche settimana fa, infatti, Sarah incontrava i partecipanti al pellegrinaggio Summorum Pontificum, annuale appuntamento che si conclude con la messa in rito antico celebrata in San Pietro.
“PRESSIONI SULLA CHIESA PER FARLE CAMBIARE LA DOTTRINA”
Legato alla tradizione, all’ultimo Sinodo straordinario sulla famiglia denunciava quelli che a suo dire erano stati tentativi “per fare pressione sulla Chiesa e farle cambiare la dottrina”. In particolare, chiariva il porporato, “la Chiesa ribadisce che Dio ha creato l’uomo e la donna unendoli in un legame matrimoniale per diventare una sola carne in modo indissolubile, realizzando una complementarietà aperta a dare via ai figli che devono nascere dalla loro unione carnale”.
L’ASSETTO DELLA NUOVA CURIA
La nomina di Sarah si iscrive all’interno di un più ampio rimescolamento di carte in curia, dovuto al progredire del processo di riforma avviato un anno fa da Francesco. Ieri mattina, nell’Aula del Bologna, il Pontefice ha incontrato tutti i capidicasteri di curia, ai quali è stata illustrata la proposta del consiglio dei nove cardinali consiglieri, che torneranno a riunirsi dal 9 all’11 dicembre. Come era previsto, il piatto forte è stato rappresentato dall’idea di istituire due nuove congregazioni, frutto di un accorpamento di pontifici consigli che abbiano competenze simili.
DUE NUOVE CONGREGAZIONI
In particolare, s’è discusso di unificare i dicasteri per la Famiglia e i Laici, accanto ai quali si unirebbero anche all’organismo che si occupa di Pastorale per la salute e l’Accademia per la vita. Se il progetto passasse come prospettato, tra i sottosegretari sarebbe nominata anche una coppia di sposi. L’altra congregazione da istituire ex novo sarebbe quella della Carità e della Giustizia (o della Pace), che vedrebbe confluire al suo interno i pontifici consigli Giustizia e Pace, Cor Unum, Pastorale per i migranti e gli itineranti, nonché la Caritas internazionale. I capidicastero hanno discusso, avanzando suggerimenti e sollevando anche qualche dubbio sul rischio di indebolire strutture che oggi l’attualità porta in prima linea (in particolare, il pontificio consiglio per i Migranti). In ogni caso, ancora nessuna decisione definitiva è stata presa. Tra i nomi di coloro che potrebbero avere ruoli di primaria responsabilità in uno dei due organismi viene fatto insistentemente quello del cardinale honduregno Oscar Maradiaga.