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Perché l’astensione in Emilia Romagna è il prodotto nefasto dell’antipolitica

In Emilia Romagna si è consumata una sconfitta di proporzioni drammatiche per la democrazia. Possiamo aspettarci di tutto quando più del 60% degli aventi diritto non si reca alle urne in una regione in cui i bambini succhiavano i valori civili insieme al latte materno. A determinare questo risultato hanno concorso in tanti: una classe politica di inetti e di rubagalline, media assatanati di populismo, una giustizia ad orologeria, candidati sconosciuti persino al loro elettorato. Ma il guasto è ancora più profondo: quando chi vuole fare politica deve sottomettersi alla retorica dell’antipolitica si arriva, alla fine, a predicare il rinnovamento in un deserto.

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Per fare qualche cosa di sinistra l’amministrazione comunale di Bologna, nella nomina degli scrutatori, ha dato priorità ai disoccupati ritenendo che a loro avrebbero fatto comodo i 120 euro di indennità. In 400 non si sono presentati ai seggi senza presentare alcuna giustificazione.

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Carmelo Barbagallo (detto ‘’l’usato sicuro’’), assurto ai vertici della Uil, rivendica la profonda diversità della sua organizzazione rispetto alla Fiom. Si limita soltanto a partecipare agli scioperi generali ispirati e voluti da Maurizio Landini.

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Da giorni Matteo Renzi, nel cortile di Palazzo Chigi, si allena a saltare, a torso nudo, attraverso un cerchio infuocato. Nella spinta iniziale lo aiuta Graziano Delrio, ma a raccoglierlo, dall’altra parte, c’è Giuliano Poletti che, per la sua stazza, costituisce un approdo sicuro. Renzi vuole accettare la sfida lanciata da Carmelo Barbagallo che gli ha promesso di revocare lo sciopero generale se, nei giorni precedenti, il premier riuscisse a stupirlo.

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Anche Pier Carlo Padoan (Schioppan?) è stato precettato per esibirsi nei salti di Palazzo Chigi in risposta al segretario Barbagallo. Solo che il ministro dell’Economia lo fanno passare sopra una barriera di baionette spianate. Altrimenti non si divertirebbe, lui che è abituato a gestire i conti pubblici.

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Ricchi premi a chi sa indicare quante sono le sinistre del Pd e il nome dei loro principali esponenti. Il tutto in un minuto.

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Le Francescheidi

‘’Chi sono io se non il Capo di quella Chiesa che accuso di avere un tariffario per la somministrazione dei sacramenti e dei servizi religiosi?’’.


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