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PornHub.com sulle maglie di una squadra di calcio universitaria inglese. Operazione lecita o contraria al buon gusto?

Dove inizia e finisce la morale, anche se tocca solo l’ambito sportivo? E’ la domanda che si saranno posti i rappresentanti dell’istituto dove è iscritto il football team Rutheford Raiders, quando hanno visto sulle maglie della squadra di calcio il logo di un colosso del porno mondiale (PornHub.com) – nella foto il logo ufficiale di uno dei colossi del sesso online.

Un rappresentante dell’ateneo ha intimato loro di rimuovere lo sponsor dello “scandalo”, pena l’esclusione dal campionato universitario e alla fine così è avvenuto, non senza qualche rimostranza. Nel frattempo però la notizia della porno-sponsorship ha fatto il giro del mondo e quindi PornHub ha raggiunto il suo obiettivo principale: far parlare di sé e soprattutto far discutere.

C’è da chiedersi cosa sarebbe successo se fosse avvenuto in un paese molto più cattolico dell’Inghilterra, per esempio in Italia. Certamente non è una vittoria dello spirito o pensiero liberale anglosassone.

Alla fine gli studenti universitari sono maggiorenni e non è un delitto coprire le spese della squadra di calcio attraverso il sostegno economico di uno sponsor, seppur legato al comparto del porno. Alla fine siamo nel 2014, non ai tempi delle streghe.

Di recente a New York City, nel quartiere di Manhattan, incrocio fra Broadway e Seventh Avenue, aveva fatto parlare di sé per una pubblicità “virale”. Ha affisso infatti una gigantesca insegna di Pornhub . Due mani che si uniscono per formare un cuore con sopra la scritta All you need is hand, che si rifà alla storica canzone dei Beatles All you need is love. Poche ore dopo, per ragioni “sconosciute” è stata eliminata, ma, nel frattempo, aveva già raggiunto il risultato: finire su blog, siti e il giorno dopo sui principali giornali di attualità.

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