Il lander Philae, dopo essersi separato dalla sonda Rosetta, sta per toccare la superficie della cometa 67P/Churyumov Gerasimenko, nel luogo di accometaggio battezzato “Agilkia”.
LE PAROLE DI BATTISTON
“Questa è una fase storica per l’esplorazione spaziale con l’Italia in prima linea, sia a bordo della sonda Rosetta sia del lander Philae. Un atterraggio morbido con un oggetto realizzato dall’uomo sulla superficie di una cometa è una sfida mai tentata prima, da cui ci aspettiamo sorprese sulla storia dell’evoluzione del nostro sistema solare”, ha detto il presidente dell’Agenzia spaziale italiana, Roberto Battiston, incrociando le dita per la missione.
UN VIAGGIO COSTELLATO DI INCONTRI
La sonda, che porta il nome della stele che ha permesso l’inrpretazione dei geroglifici, dovrebbe far comprendere i segreti del sistema solare e svelare come i pianeti si sono formati. Nel segno dell’eredità egizie anche il nome del lander Philae e del sito di sbarco. Durante i suoi 10 anni di viaggio, Rosetta ha percorso più di 6.000 milioni di chilometri e fatto diversi “incontri”. La sonda ha sfruttato l’effetto “fionda gravitazionale”, una volta attorno a Marte e 3 volte attorno alla Terra; ha avuto incontri ravvicinati (fly-by) con gli asteroidi Steins nel 2008 e Lutetia nel 2010. Dopo circa 3 anni di ibernazione, nella parte più lontana dal sole, si è svegliata automaticamente, comandata da un orologio interno, per proseguire il suo viaggio verso la cometa, con cui ha avuto un rendez-vous lo scorso 6 agosto.
UNA MISSIONE SENZA PRECEDENTI
Rosetta è la missione “cornestone” del programma dell’Agenzia spaziale europea “Horizon 2000” e presenta caratteristiche uniche: tutte le altre sonde dirette alle comete si sono infatti fermate a distanza dal loro obiettivo. Nel 1986 la sonda europea Giotto si è avvicinata a 600 km dalla cometa di Halley, mentre nel 2004 la missione americana Stardust aveva raccolto le polveri della cometa Wild 2. Rosetta si è spinta vicinissimo – spiegano gli scienziati – a 10 km, tanto da rilevare l’odore acuto della sua cometa. Dopo un periodo di ibernazione iniziato l’8 giugno 2011, nel quale gli strumenti scientifici sono stati spenti e le funzionalità del sistema ridotte al minimo, la sonda interplanetaria è stata riattivata a gennaio 2014 e dopo un inseguimento di alcuni mesi, ha recentemente raggiunto il suo obiettivo, la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko, ad una distanza dalla Terra di circa 400 milioni di km.
IL RUOLO DI THALES ALENIA SPACE
Nella missione c’è molta Italia. Thales Alenia Space ha preso parte alla missione in qualità di contraente principale per conto della capocommessa Airbus Defence and Space per le attività di assemblaggio, integrazione e prove dell’intero satellite che si sono svolte presso la sede di Torino. Di particolare rilevanza è stata la verifica delle funzionalità operative autonome di cui è dotata la sonda in quanto, a causa delle notevole distanza da Terra, nelle fasi critiche della missione i segnali radio impiegano oltre 20 minuti per raggiungerla e altrettanti per arrivare al centro di controllo ESA di Darmstadt (Germania). Thales Alenia Space ha inoltre realizzato lo speciale trasponditore digitale di bordo del satellite progettato appositamente per comunicazioni a distanza di centinaia di milioni di chilometri, e che risulta essenziale per il collegamento tra la sonda e la Terra. Quest’apparato, denominato Deep Space transponder, si caratterizza per l’estrema innovatività e costituisce la piattaforma di riferimento per le missioni interplanetarie.
GUARDANDO A MARTE
empre in tema di esplorazione dell’Universo TAS è capofila del programma ExoMars per lo studio di Marte. “Per la prima missione che partirà nel 2016 stiamo realizzando il modulo EDM per l’ingresso e discesa su Marte; per quella del 2018 ci occuperemo dello sviluppo del sistema di navigazione e guida, del progetto del sistema Rover, inclusa la sua integrazione e la realizzazione del laboratorio analitico. Ma ciò che più mi preme ricordare, relativamente al ruolo dell’Italia nei maggiori e attuali programmi spaziali, è la continuità della costellazione di Osservazione della Terra Cosmo Second Generation, fiore all’occhiello del nostro Paese e riconosciuta a livello mondiale, ha detto l’a.d. Di Thales Alenia Space Italia, Elisio Prette.
A BORDO ANCHE TELESPAZIO E SELEX ES
A bordo della missione anche Selex ES e Telespazio. In particolare la seconda partecipa al programma attraverso la controllata Telespazio Vega Deutschland. La società ha provveduto allo sviluppo del simulatore dell’orbiter, utilizzato per supportare le attività di controllo durante le varie fasi della missione: da quella di lancio e LEOP (Launch and Early Orbit Phase), fino all’avvicinamento e all’orbita attorno alla cometa. Esperti di Telespazio hanno poi supportato tutte le fasi del viaggio ed hanno sviluppato i sistemi di controllo e di pianificazione della missione. Per Rosetta, Selex ES ha realizzato invece numerosi strumenti a tecnologia iperspettrale ed elettro ottica, oltre a sistemi robotici. Tra di essi A-STR, il sensore per l’assetto stellare, che consente a Rosetta di orientare l’antenna per inviare segnali sulla Terra; NAV CAM, la telecamera per la navigazione spaziale della sonda, necessaria per portarla a destinazione, e VIRTIS, uno strumento in grado di rilevare le caratteristiche termiche della cometa, consentendo di mappare la composizione della stella. Di Selex ES anche Il Sample Drill & Distribution, il “trapano” di Philae, che ha lo scopo di perforare la superficie della cometa e di distribuire i campioni acquisiti trivellando la cometa.