La destra dei tweet pro Storace (condannato a sei mesi per vilipendio contro il capo dello Stato) si ricompatta: dalla Mussolini a Gasparri, da Alemanno a Menia, da Meloni a Fini, tutti o quasi difendono l’ex ministro ed ex governatore del Lazio. Prove tecniche di polo lepenista in salsa italiana? All’orizzonte la comunanza della bandiera della fu Alleanza Nazionale, oggi divisa in mille rivoli.
STORACE
Dove non hanno potuto politiche e strategie elettorali, ci ha pensato curiosamente un fatto di cronaca con protagonista un esponente della destra, ieri unita sotto le bandiere di An e oggi scomposta in fazioni e squadre. L’ex governatore del Lazio e già ministro della Sanità, attualmente leader de La Destra, è stato condannato a sei mesi di reclusione (con pena sospesa) con l’accusa di vilipendio al Presidente della Repubblica. Nel 2007 attaccò la senatrice a vita Rita Levi Montalcini che Giorgio Napolitano difese. Storace, per tutta replica, lo definì “indegno” della carica ricoperta.
Compatta la reazione su Twitter dell’intero universo destrorso italiano che, lungi dall’essere vicino ad una ricomposizione partitica (anche se alcuni ramoscelli di ulivo sono stati lanciati), quantomeno ha ritrovato quella “solidarietà umana e personale alla base di un’esperienza politica comune”, come la definisce un vecchio dirigente di via della Scrofa.
SOLIDARIETA’
Apre Alessandra Mussolini, eurodeputata di Forza Italia, che cinguetta: “A Francè, è andato dal Papa a confessarsi dalla vergogna! Boia chi molla”. Giorgia Meloni, leader di Fdi osserva: “Solidarietà a @Storace. Un peccato che Napolitano non sia intervenuto x chiudere caso e difendere libertà opinione”. L’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, ora in Fratelli d’Italia e sostenitore di posizioni anti euro come i referendum sul fiscal compact, twitta: “Solidarietà umana e politica a Storace primo italiano ad essere condannato al carcere per reato di opinione. Sentenza assurda e ingiusta”.
A TUTTA DESTRA
Presente tra i messaggi “social” di solidarietà anche l’ex segretario di Alleanza Nazionale Gianfranco Fini, di cui Storace fu portavoce, attualmente Presidente di Liberadestra: “La sentenza deve far riflettere sul confine che separa la libertà di opinione dal vilipendio e le parole che hanno determinato la condanna di @Storace sono certamente ascrivibili alla prima categoria, come del resto è apparso chiaro allo stesso Presidente Napolitano. Per queste ragioni, nel rispetto della decisione della Magistratura, esprimo la mia piena solidarietà a Francesco Storace”. L’ex sottosegretario all’Ambiente Roberto Menia twitta: “Francesco Storace condannato perché ha un nome e una storia. Oggi siamo tutti storaciani”. E propone di abolire il reato di opinione.
FORZISTI
Duro il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri che intavola una polemica direttamente con via Arenula: “Il ministro Andrea Orlando mi dica quante procedure di vilipendio ha attivato? Reato solo per @storace ? Vergogna!!!!”. Poco dopo raddoppia la dose: “Sentenza ignobile colpa anche di Zanda e Finocchiaro Anna che hanno boicottato la mia proposta di legge”. E ancora: “Vergognosa sentenza annunciato anche dalla condotta del Pd che ha impedito il varo di una nuova legge”.
REAZIONE
“Sono l’unico italiano condannato per questo reato. Questa è una sentenza su commissione”, le prime parole di Storace in Aula a Roma riportate dal suo Giornale d’Italia. E ancora: “Sarà contento Napolitano. Ieri il Pd ha bloccato per voce della Finocchiaro ogni possibilità di discussione sull’abrogazione o modifica di questo reato anacronistico, sarà contento Napolitano”.
SCENARI
L’occasione della condanna a Storace, anche se per un pomeriggio, ha idealmente rimesso insieme pezzi di una destra ieri unita e che, tranne pochissime voci contrarie, aveva deciso di fare ingresso nel Pdl. Ma che oggi, a seguito della diaspora nel centrodestra italiano, può contare tra gli eletti in Parlamento solo i nove deputati di Fratelli d’Italia. Gli altri, a vario titolo, come Alemanno gravitano attorno a Giorgia Meloni (secondo gli ultimi sondaggi al 3,4% quindi poco sopra la possibile soglia di sbarramento della nuova legge elettorale), oppure hanno scelto l’appoggio a Forza Italia (la Destra di Storace e gli storici colonnelli Matteoli e Gasparri), o come Fini provano a ricostruire una destra moderna ed europea, distante dall’idea lepenista di Meloni e Salvini.
Quel che è certo, al momento, al netto di ramoscelli di ulivo fatti circolare riservatamente nell’ambiente tutto della destra italiana (che alcun sondaggi davano almeno all’8% se si fosse presentata unita sotto il simbolo di An), è che sta per scadere il mandato di un anno affidato a Fratelli d’Italia per utilizzare appunto nome e simbolo. Il rinnovo, o una proroga o una diversa strategia, anche di immagine, potrà dire qualcosa di più sugli scenari futuri.
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