Quando manca un giorno alla chiusura dei seggi delle elezioni di midterm, negli Stati Uniti i sondaggi dell’ultim’ora rispecchiano le previsioni e danno in vantaggio di misura il Partito repubblicano.
La notizia è che questo esito potrebbe anche non dispiacere Barack Obama, che avrebbe almeno un buon motivo per augurarsi una vittoria del Gop: il Ttip.
LE DIVISIONI DEMOCRATICHE
Finora, a frenare l’accordo transatlantico di libero scambio commerciale, ci sono stati sì le numerose divergenze di vedute tra Usa ed Europa su singoli capitoli del trattato, come l’agricoltura; ma anche i problemi interni alla politica a stelle e strisce, che hanno ostacolato non di poco le possibilità negoziali del presidente americano. Con una particolarità: le frange più protezioniste di Capitol Hill, si trovano proprio nel partito del capo di Stato. Una divisione che Obama – secondo John Hudson di Foreign Policy – potrebbe bypassare scendendo a patti direttamente col “nemico” repubblicano.
IL SALVAGENTE REPUBBLICANO
Se è vero che, in caso di sorpasso anche al Senato, il Gop ha promesso di bloccare ogni iniziativa presidenziale – a cominciare da quella sulle emissioni ambientali – è altrettanto noto che lo stesso partito vedrebbe di buon occhio, pur con qualche riserva, le maggiori opportunità commerciali che si aprirebbero per le corporation Usa a fronte di un successo del Ttip. Ecco perché i repubblicani auspicano di raccogliere quanti più consensi possibili e raggiungere così la maggioranza nelle commissioni chiave che si occupano della politica commerciale del Paese, relegando i democratici all’angolo.
Obama coglierebbe la palla al balzo per raggiungere due obiettivi in un colpo solo: ridimensionare l’opposizione interna e rafforzare la sua posizione negoziale con i partner esteri.
IL PIANO OBAMA
Il Ttip – che in Italia sarebbe visto con favore anche da Confindustria – ha per gli Stati Uniti un’importanza strategica sia in chiave commerciale, sia geopolitica. Da un lato la crisi ucraina, dall’altro la necessità di contenere quanto prima l’esuberanza cinese (in una strategia più ampia di cui fanno parte sia il Pivot to Asia, lo spostamento del baricentro geopolitico di Washington in Far East, sia il Ttp, il trattato commerciale “gemello” che gli Usa promuovono con i Paesi asiatici, Pechino esclusa), hanno convinto il presidente americano ad accelerare. Ad aiutarlo Obama a realizzare questo disegno, potrebbe essere proprio chi fino ad oggi lo ha combattuto.