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Rocco Forte & Co. Perché la Cdp s’intrufola anche negli alberghi

Molti analisti la indicano come l’autentico fondo sovrano dell’Italia. E la ritengono forse l’unica leva per prefigurare una politica industriale capace di risollevare il nostro paese dal declino produttivo in cui è arenato.

IL PROGETTO DI CDP

È fuor di dubbio che Cassa depositi e prestiti va giocando un ruolo da protagonista in tutte le partite cruciali del panorama economico nazionale. Proiettando il suo raggio d’intervento in un comparto strategico come il turismo.

Risale a pochi giorni fa la notizia riguardante l’acquisizione del 23 per cento del gruppo Rocco Forte Hotels ad opera del Fondo strategico italiano, la società di investimenti controllata per l’80 per cento da CDP e per il 20 dalla Banca d’Italia.

L’operazione, del valore di circa 76 milioni di euro, verrà realizzata grazie a un aumento di capitale e coinvolge FSI Investimenti. Realtà detenuta a sua volta per il 77 per cento da FSI e per il 23 dalla Kuwait Investment Authority.

L’INTESA CON ROCCO FORTE

La compagnia Rocco Forte, creata da un imprenditore italo-britannico con base a Londra, rappresenta uno dei principali operatori al mondo nella gestione di alberghi a cinque stelle. Gestisce 11 hotel in Italia, Regno Unito, Germania, Belgio e Russia, fornendo un servizio di alta qualità a una clientela proveniente soprattutto da Stati Uniti, Medio Oriente, Sud America e Cina.

L’Italia costituisce il primo paese per un fatturato aziendale di circa 200 milioni di euro, producendo il 30 per cento dei ricavi del gruppo e coinvolgendo 600 lavoratori sui 2.200 complessivi. L’obiettivo dell’azienda è allargare la rete di accoglienza turistica a Milano, Venezia, Napoli e Sicilia.

L’OBIETTIVO DEL POLO TURISTICO

“La partnership con il gruppo Rocco Forte – spiega l’amministratore delegato del Fondo strategico italiano Maurizio Tamagnini – rafforza la nostra vocazione industriale in un settore economico rilevante”. Parole che trovano conferma nelle cifre fornite dal World Travel and Tourism Council. Nel 2013 il turismo ha fornito un contributo complessivo del 10,3 per cento al Prodotto interno lordo nazionale, coinvolgendo 2,6 milioni di addetti compreso l’indotto.

L’iniziativa di FSI si proietta nella più ampia strategia promossa da Cassa depositi e prestiti per creare un autentico polo del turismo italiano. È in tale cornice che CDP ha istituito il Fondo Investimenti per il Turismo, una holding immobiliare da collocare presso operatori finanziari istituzionali e finalizzata a intervenire nelle aree più attrattive del nostro paese.

Così, accanto a Rocco Forte, catene alberghiere di dimensioni più ridotte avranno l’opportunità di entrare a far parte del progetto messo in cantiere da CDP. L’ambizione è offrire un ventaglio ampio e plurale di offerta per i visitatori.

COME SI ALLARGA LA CASSA DI BASSANINI

L’iniziativa intrapresa dal Fondo strategico italiano aveva trovato spazio negli organi di informazione grazie un articolo scritto nell’estate su “La Notizia” da Stefano Sansonetti.

Il quale ricordava come a luglio il responsabile dell’Economia Pier Carlo Padoan avesse firmato un decreto ministeriale per allargare il perimetro d’investimento del FSI ai comparti turistico-alberghiero, agroalimentare, culturale. Consentendo in tal modo allo Stato italiano di investire in un gruppo estero con risorse collettive. Il tutto, rilevava il giornalista, mentre i colossi stranieri esteri vengono nel nostro paese per acquisire “imprese gioiello”.

ALCUNE DOMANDE DEGLI OPERATORI

Molto più tagliente l’analisi svolta pochi giorni fa da un importante operatore del settore come Raffaello Zanini, presidente della società di consulenza di direzione turistico-alberghiera PlanetHotel.net.

Pur riconoscendo l’esigenza di un profondo rinnovamento del tessuto ricettivo del nostro paese “rovinato dalla caduta di chi ha fatto confusione tra attività alberghiera e speculazione immobiliare”, l’imprenditore chiede perché un organismo statale del calibro di Cassa depositi e prestiti abbia scelto di investire nel gruppo privato londinese Rocco Forte È vero – rimarca Zanini – che i gruppi italiani colpiti dalla crisi sono restii a effettuare investimenti nell’accoglienza dei visitatori. E che il nostro paese ha enorme bisogno di liquidità ed energie fresche in un comparto così vitale.

Ma a suo giudizio il problema va affrontato ripensando i modelli di business, separando proprietà edilizia e società di gestione, cambiando le norme in materia urbanistica e il regime fiscale, favorendo la raccolta dei capitali di rischio come i fondi comuni immobiliari alberghieri. “Così possiamo attrarre i miliardi di investimenti necessari per far tornare il turismo italiano al centro del mercato mondiale”.

Altrimenti, conclude, avremo aziende che fanno concorrenza con i soldi dello Stato ad altre completamente in mano ai privati.

VISIONE E PROGETTI DI CDP IN CAMPO TURISTICO

L’iniziativa di FSI si inserisce – si sottolinea ai vertici del gruppo presieduto da Franco Bassanini – nella più ampia strategia di Cassa depositi e prestiti di creare un Polo del Turismo italiano con l’obiettivo di rafforzare il settore turistico-alberghiero.

In questo ambito, CDP Investimenti SGR ha istituito il Fondo Investimenti per il Turismo (FIT), un fondo immobiliare da collocare presso investitori istituzionali, destinato a investire nel settore turistico alberghiero in primarie location del nostro Paese.

La costituzione del FIT ha come obiettivo favorire anche in Italia un processo di separazione della proprietà immobiliare dalla gestione alberghiera, sul modello già adottato con successo in diversi altri paesi con vocazione turistica, sottolinea il vertice di Cdp.

“Il FIT opererà in sinergia con altri investitori istituzionali ed con il Fondo Investimenti per la Valorizzazione – ha spiegato Marco Sangiorgio, Direttore generale di CDPI Sgr gestito,  – partiamo con un apporto di 4 immobili FIV localizzati a Venezia, Bergamo e nelle province di Verona e Torino per un valore complessivo – una volta riqualificati in chiave turistico – ricettiva – di circa 90 milioni di euro”. Altri immobili che presentino caratteristiche coerenti con la destinazione turistico-alberghiera potranno essere apportati in futuro da parte degli operatori”.



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