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GrabTaxi, chi è l’anti-Uber alla conquista del Sud-est asiatico

Si autodefinisce l’applicazione più “veloce e sicura” per prenotare un taxi e già nel suo slogan si legge una critica alla contestata leader mondiale, Uber, sua concorrente numero uno. GrabTaxi, fondata a Singapore nel 2012 da Anthony Tan, ex studente della Harvard Business School, è una app che permette di chiamare il taxi con lo smartphone o il tablet in 17 città del Sud-est asiatico. Ora è pronta a consolidare la sua posizione di mercato con le nuove risorse infuse da SoftBank, il gruppo tecnologico giapponese controllato dal miliardario Masayoshi Son, suo fondatore e Ceo, che ha finanziato GrabTaxi con 250 milioni di dollari divenendone il principale investitore.

IL MODELLO “ETICO” DI GRABTAXI

L’investimento di SoftBank arriva mentre Uber sarebbe vicina alla chiusura di un nuovo round di finanziamenti che porterebbe la sua valutazione addirittura a 40 miliardi di dollari. GrabTaxi (che ha raccolto circa 340 milioni di dollari di investimenti negli ultimi 14 mesi) non varrebbe più di un miliardo. Tuttavia il suo modello è in ascesa perché, apparentemente simile a quello della concorrente più grande, sembrerebbe priva di tutti quei problemi in cui è incorsa Uber, dalle proteste dei tassisti (in Germania, Spagna, FranciaStati Uniti) alle denunce per presunti stupri da parte dei suoi autisti (i quali a loro volta si sono lamentati per le condizioni di lavoro poco soddisfacenti).

GrabTaxi, infatti, si distingue perché agisce non contro la categoria dei tassisti ma al loro fianco: con la sua app si chiamano principalmente taxi autorizzati. Sulla professionalità degli autisti, dunque, almeno in teoria, c’è maggiore controllo. Non a caso la nota congiunta di SoftBank e GrabTaxi che annuncia l’investimento sottolinea che GrabTaxi è stato “sviluppato per risolvere due dei principali problemi dell’industria dei taxi: offrire un servizio sicuro ai passeggeri e dare condizioni di vita migliori agli autisti”.

“Faremo tutto quello che è in nostro potere per mantenere la nostra leadership in modo etico e morale”, ha detto Tan. Oggi le applicazioni per chiamare un’auto con conducente si stanno moltiplicando ed “è in corso una lotta per accaparrarsi quote di mercato. Ma noi siamo parecchie volte più grandi dei nostri concorrenti più vicini e intendiamo crescere velocemente”.

NUMERI E CONCORRENTI DI GRABTAXI

L’offerta core di GrabTaxi è un servizio che connette i taxi autorizzati con i potenziali passeggeri tramite una app mobile. Come attività minoritaria, GrabTaxi offre anche delle sue auto private. Il servizio è disponibile in 17 città di sei Paesi del Sud-est asiatico: Malaysia, Filippine, Tailandia, Singapore, Vietnam e Indonesia; conta oggi, secondo i dati ufficiali di GrabTaxi, su una rete di 60.000 conducenti di taxi, quattro volte più che un anno fa; gli utenti attivi, che usano la app almeno una volta al mese, sono 500.000, sei volte più che un anno fa, e l’applicazione è stata scaricata pià di 2,5 milioni di volte.

Uber è presente su tutti i mercati dove è attiva GrabTaxi; a Singapore è attiva anche Hailo, altra app per chiamare il taxi, mentre Easy Taxi è un player minore ma presente in diversi Paesi del Sud-est asiatico. GrabTaxi sostiene di essere la numero uno delle taxi app nel Sud-est dell’Asia; suo obiettivo al momento è rafforzarsi nella regione, che ha una popolazione complessiva di 600 milioni di persone, non di espandersi al di fuori di questo mercato.

LA STRATEGIA DI SOFTBANK

SoftBank, la cui filiale SoftBank Internet and Media è diventata partner di GrabTaxi, ha detto che sua intenzione è sostenere l’espansione di GrabTaxi in Asia. Al tempo stesso, “Tramite questo investimento e questa alleanza strategica con GrabTaxi, SoftBank Internet and Media vuole rafforzare la presenza del gruppo SoftBank nel Sud-est asiatico e massimizzare le singergie con la sua rete di Internet companies in tutto il mondo”, si legge in una nota della società giapponese.

SoftBank sta attuando una precisa strategia di investimenti e espansione sul mercato asiatico: oltre ad essere il maggiore azionista del colosso cinese delle vendite online Alibaba, SoftBank sta scommettendo sull’espansione del mercato online e mobile indiano: la giapponese è stata a capo di un round di investimenti per 210 milioni di dollari in Ani Technologies, che offre il servizio di chiamata taxi Ola Cabs in India, e ha finanziato con 627 milioni di dollari il marketplace online Snapdeal come parte di una strategia volta a investire un totale di 10 miliardi di dollari nell’industria dell’ecommerce indiano.



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