Trovo sconvolgente il quadro che sta emergendo dall’inchiesta sul malaffare a Roma. Ricordo che nel 1993, quando diventai assessore nella giunta Rutelli, quasi tutti i vertici delle municipalizzate erano in carcere, così come mezza giunta Carraro. Il lavoro di alcuni anni aveva risanato questa situazione, però non bisogna mai abbassare la guardia e occorre un lavoro costante; quello che sta emergendo in questi giorni è perfino peggiore di quello che abbiamo vissuto in quegli anni.
Ricordo che ho posto come condizione per approvare il provvedimento Salva Roma di legare i finanziamenti ad una vera e propria sforbiciata delle molteplici società partecipate, idrovore che succhiano i denari dei contribuenti e che spesso sono luoghi di corruzione e di intermediazione tra la politica e il sistema criminale locale.
Per questa richiesta sono anche stata attaccata pesantemente e sul piano personale da alcuni esponenti del Pd romano. Adesso la verità sta venendo a galla e mi auguro che si possa procedere velocemente ad un piano di dismissioni delle decine di inutili partecipate e di affidamento mediante gara della gestione dei servizi pubblici del comune di Roma; anche perché a finanziarle sono i romani che pagano le tasse più alte d’Italia tra imposte sulla casa e addizionali irpef comunali e regionali. Bisogna dare un taglio alle origini di questi meccanismi, andare alle radici.
Purtroppo, fino ad ora, c’è stata una resistenza trasversale della politica perché attraverso queste operazioni si acquisiscono voti e potere decisionale nei partiti in una spirale senza fine.