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Germania e Italia: così vicine, così lontane

Giovedì e venerdì si è svolto a Torino il primo German-Italian High-Level Dialogue. Voluto fortemente dai due Presidenti della Repubblica, Joachim Gauck e Giorgio Napolitano, il vertice, cui hanno preso parte esponenti del mondo politico, bancario ed imprenditoriale dei due Paesi, non si è concluso con nessuna dichiarazione di intenti rilevante per il futuro. Se l’obiettivo era produrre agenzie di stampa che illudessero gli italiani e dessero conto di un rasserenamento del clima tra Roma e Berlino allora, forse, il vertice è stato utile e positivo.

Nelle ultime ventiquattro ore si è infatti assistito ad un profluvio di articolesse dei principali quotidiani italiani, secondo i quali l’incontro sarebbe servito a rinsaldare l’asse Germania-Italia. Ovviamente le cose sono andate un po’ diversamente. Primo perché, come anticipato, il forum è stato patrocinato più che altro dai due Presidenti e non dai rispettivi governi, che infatti hanno mandato a Torino soltanto la retroguardia della propria compagine ministeriale; secondo, perché le personalità scelte per la tavola rotonda ospitata ieri mattinata nella preziosa cornice della Reggia di Venaria avevano, tranne qualche eccezione, ben poca contezza dello stato dei rapporti bilaterali.

La tavola rotonda è stata anzi la cartina di tornasole dei rapporti italo-tedeschi nel 2014: scarsa conoscenza della cultura, della lingua e delle istituzioni, dibattito concentrato sulle solite sterili contrapposizioni crescita-rigore, investimenti-risparmio, egemonia-solidarietà. L’unico a volare alto, forse troppo, è stato Gian Enrico Rusconi nella sua prolusione ai discorsi dei due Presidenti. Certo, come ha ricordato Piero Fassino nel suo intervento finale, “parlarsi e discutere” è importante, ma per parlarsi e discutere bisogna avere anche qualcosa da dirsi e soprattutto bisogna essere desiderosi di sapere qualcosa dai propri interlocutori.

Curiosità, dinamismo, creatività, vivacità sono stati tutti sostantivi assenti nel pallido meeting sabaudo. Anche il rapporto con i media è stato pressoché assente. Al contrario, la stampa è stata concepita come ancella del potere: nessuna domanda, nessun intervento, nessuna interlocuzione, solo articoli entusiastici sulla buona riuscita dell’evento. D’altra parte, gli stessi giornalisti (quasi del tutto assenti i tedeschi) non sembravano avere particolare interesse a domandare, a sapere, a chiarire. Le uniche risposte strappate agli astanti ormai sull’uscio della Reggia hanno toccato temi di attualità politica italiana che nulla avevano a che fare con il forum. L’“estraniazione strisciante” tra Italia e Germania continua.

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