La questione palestinese tiene banco in Europa. Nel giro di pochi giorni, ci sono stati una decisione della Corte di Giustizia Ue, che ha chiesto di togliere Hamas dalla lista delle organizzazioni terroristiche, e un voto del Parlamento di Strasburgo sul riconoscimento dello Stato della Palestina.
Scelte criticate da Gianni Vernetti (Pd), già sottosegretario agli Affari esteri nel secondo Governo Prodi, che in una conversazione con Formiche.net spiega perché il Vecchio Continente dovrebbe tornare sui suoi passi.
Onorevole Vernetti, la Corte di Giustizia Ue ha chiesto di togliere Hamas dalla lista delle organizzazioni terroristiche. Come giudica questa scelta?
Assolutamente incredibile. Hamas è un’organizzazione terroristica a tutti gli effetti, che ha usato e abusato di tutti gli aiuti offerti dalla comunità internazionale in questi anni. Di tutto il denaro giunto nella Striscia di Gaza, non ha speso nulla a per migliorare la vita della popolazione, ma solo per acquistare armi. Ciò è risultato assolutamente chiaro nel corso dell’ultimo conflitto con Israele, avvenuto a causa della barbara uccisione di tre minorenni, proprio da parte di uomini di Hamas. Questo suo comportamento è costato la vita a un numero altissimo di innocenti. Hamas non è diversa dall’Isis.
Come commenta, invece, il voto storico del Parlamento Ue sul riconoscimento della Palestina sulla base dei confini del 1967?
Anche questo lo ritengo un abbaglio. Penso che il riconoscimento unilaterale dello Stato palestinese, così come fatto recentemente anche da alcuni singoli Paesi europei come la Spagna, sia un errore e non aiuta il processo di pace.
Quale sarebbe la strada migliore, a suo avviso?
L’unico modo per pacificare l’area è sconfiggere prima gli islamisti di Hamas. Solo dopo si potrà trattare con l’Autorità Nazionale Palestinese e Fatah una soluzione sensata.
Ci sono stati passi in avanti dopo l’incontro romano tra Kerry e Netanyahu?
Se dal vertice in Italia siano emersi nuovi elementi è difficile da dire al momento. Piuttosto mi pare che ci siano passi in avanti importanti in parte del mondo arabo. Il mondo sunnita moderato ha capito che la sfida posta dei jihadisti è una minaccia esistenziale non solo per Israele e per l’Occidente, ma anche per loro stessi. Ecco perché oggi si assiste, fortunatamente, a una riduzione delle posizioni estremiste in Egitto, Arabia Saudita e anche Qatar, che è stato finora uno dei grandi finanziatori di Hamas.