Alla vigilia del Libro Bianco della Difesa, che sarà completato questo mese, è arrivato il via libera definitivo del Parlamento alla cosiddetta Legge navale, che prevede il rinnovo e il potenziamento della flotta di guerra della Marina Militare italiana.
COSA PREVEDE
Ieri, le commissioni Difesa di Camera e Senato si sono espresse favorevolmente al programma ventennale da 5,4 miliardi di euro, già stanziati dalla finanziaria dello scorso anno.
La misura – che prevede la costruzione di dieci pattugliatori-lanciamissili (che diverranno sedici), una nuova portaerei, una nave appoggio e due piccole unità veloci da assalto – è passata con il solo voto contrario di Movimento 5 Stelle e Sinistra, ecologia e libertà.
Il provvedimento sarà finanziato dal Mise (e non dal ministero della Difesa) e avrà un budget progressivo che passerà dai 140 milioni nel 2015, ai 470 milioni nel 2016, 690 milioni nel 2017, e così oltre.
Il programma, fortemente voluto dal capo di Stato maggiore della Marina, l’ammiraglio Giuseppe De Giorgi, mira a far fronte alla prevista dismissione di 51 unità navali che avrà luogo nei prossimi 10 anni a causa della naturale obsolescenza ed al superamento della vita operativa.
TRA GEOPOLITICA ED ECONOMIA
“È un provvedimento di portata storica sul piano degli investimenti nel settore navale“, ha spiegato il capogruppo Pd in commissione Difesa a Palazzo Madama, Vito Vattuone, respingendo le critiche grilline e della sinistra estrema.
Per il senatore democratico, il programma servirà da un lato a “fronteggiare la situazione, ormai emergenziale, in cui é la nostra flotta anche a fronte di un quadro geopolitico caratterizzato dalla necessità di tutelare gli interessi nazionali sul mare“, resi ancor più urgenti dalle crisi che infiammano il Mediterraneo, come quella in Libia. Dall’altro, ha proseguito Vattuone, “l’attuazione di questo programma risponde anche ad una scelta strategica sul piano industriale perché consentirà di tutelare la manodopera pregiata della cantieristica nazionale e dell’industria marittima, con importanti effetti anti-recessivi“.
FINCANTIERI ED ASSONAVE
La legge, come già scritto da Formiche.net, piace ad Assonave e soprattutto a Fincantieri, che avrà nuovo lavoro. Lo scorso maggio, in un’assemblea tenuta a Roma, l’associazione che riunisce costruttori, riparatori e produttori di sistemi e componenti dell’industria navalmeccanica nazionale aveva espresso parere positivo sulla misura, evidenziando un quadro piuttosto rassicurante, anche in relazione alle commesse provenienti da altri Paesi, in particolare dalle economie emergenti.
GLI ALTRI INVESTIMENTI
Per ciò che riguarda la Marina, i nuovi investimenti seguiranno quelli già intrapresi negli ultimi anni, tra cui i quattro sommergibili U212, la nuova nave supporto forze speciali, due fregate Orizzonte, dieci fregate Fremm e la portaerei Cavour.