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L’ultima (penosa) grillata di Grillo

beppe grillo, M5s, energia

Le parole ingiuriose di Beppe Grillo nei confronti del capo dello Stato, Giorgio Napolitano (Dimissioni? Dovrebbe costituirsi), non devono stupire troppo, anche se sono – appunto – ingiuriose.

Da un leader comico e da un movimento come i Cinque Stelle, che avevano chiesto in maniera balzana addirittura l’impeachment del presidente della Repubblica, ci si può aspettare questo ed altro.

D’altronde, con i malumori sempre più evidenti tra i grillini in Parlamento e non solo in Parlamento, con le uscite dal M5s e le persistenti tensioni, Grillo e i grillini fedeli al leader non possono non radicalizzare parole e proposte per continuare ad esistere, farsi notare e serrare, per quanto possibile, i ranghi di un esercito sempre meno allineato ai voleri del leader.

Si può discutere sulla genuina bontà delle ragioni politiche dei fuoriusciti (e su Formiche.net ci siamo posti in un articolo di Edoardo Petti questo interrogativo – sono coerenti o voltagabbana? –  visto che leadership, metodi e slogan grilleschi non sono troppo cambiati nella sostanza prima e dopo le elezioni) ma non si può ritenere che con un premier in lieve e fisiologico calo di gradimenti (come certificato dall’ultima rilevazione di Antonio Valente di Lorien Consulting) e con uno scalpitante Matteo Salvini in versione anti euro, Grillo non avesse la tentazione di alzare i toni contro il Quirinale e dunque contro il Sistema. Un messaggio, non troppo indiretto, a ex grillini o potenziali ex grillini che non si fanno accordi con il Sistema.

L’esito, per il Movimento 5 Stelle, può essere l’irrilevanza istituzionale. Ma forse al leader annoiato e un po’ stanchino – per sua stessa ammissione – può anche andar bene così. Tanto basta l’ufficio della famiglia Casaleggio a gestire quel che resta del Movimento.



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