C’erano una volta (forse) istituzioni impersonali e silenti, che lavoravano sodo e senza proclami. Ora (forse) non ci sono più.
Ma lasciamo parlare i fatti, anzi le parole.
Fonte: Il Messaggero, cronaca di Roma. Tema: Mafia Capitale.
Ignazio Marino, sindaco di Roma: “La domanda se ‘potevo non sapere’ mi sembra bizzarra da un certo punto di vista. Siamo una città in cui un Prefetto riceve nel suo studio una persona che ora è agli arresti per il 416 bis e parla di progetti dal punto di vista delle cooperative… Se un prefetto lo riceve è chiaro che nessuno di noi pensa che lo fa spendo che quella persona è indagata o attenzionata per mafia. Ma se non sapeva il prefetto, che ha a disposizione tutte le forze dell’ordine della città, come faceva a saperlo il sindaco?”.
Giuseppe Pecoraro, prefetto di Roma: “Buzzi all’epoca era estraneo alla prefettura, forse c’è stato un vulnus nella norma, perché i miei uffici non si erano informati su questa persona, tuttavia nel rispetto della riservatezza dell’autorità inquirente e degli uffici di polizia giudiziaria non si poteva fare altrimenti… Buzzi era estraneo ai miei uffici, nella amministrazione Marino invece ci sono tre indagati, tra politici e nomine dirigenziali, e il fatto che ci sia una commissione d’accesso agli atti significa che vogliamo capire se c’è una continuità delle infiltrazioni mafiose tra la passata e l’attuale giunta visto che sono finiti sotto inchiesta Ozzimo e Coratti”.
Dunque si danno per scontate e accertate processualmente infiltrazioni mafiose nella giunta Alemanno? Dunque ipotizzando infiltrazioni mafiose anche nella giunta Marino si vuol dire che il Campidoglio meriterebbe di essere sciolto?
Domande, solo domande, anzi dubbi.