Il primo passo di quello che vuole essere il futuro partito dei moderati è finalmente stato compiuto. Dopo mesi e mesi di trattative, rinvii e incomprensioni (l’ultima in Puglia solo una settimana fa), i gruppi unici tra Ncd e Udc saranno a ore una realtà.
I NUMERI
Partite le procedure con la possibilità di iscrizione per i parlamentari ad “Area popolare”, questo il nome scelto per la nuova formazione. Al momento sono 37 i senatori e 31 i deputati ma l’obiettivo è raggiungere quota cento, attirando anche i delusi di Scelta civica, Per l’Italia e, dicono dal nuovo gruppo, anche Forza Italia.
“Riunire il popolo dalla cultura liberal-riformista che non sta né con Renzi né con Salvini è un progetto ambizioso ma inevitabile. Dopo gli errori tragici commessi da Berlusconi che con il patto del Nazareno ha dato una parte del centro a Renzi e con l’alleanza con il Carroccio ha regalato l’elettorato di centrodestra a Salvini, dobbiamo invertire la tendenza e riprenderci il polo moderato”, commenta con Formiche.net il coordinatore regionale di Ncd in Emilia Romagna Sergio Pizzolante.
LE PROSSIME TAPPE
Domani la direzione del partito di Angelino Alfano in via Veneto a Roma che ratificherà la decisione presa e certificherà la volontà di andare oltre il perimetro attuale con la costruzione di un nuovo soggetto politico. L’assemblea costituente è prevista per febbraio e dovrebbe essere il preludio di una comune campagna elettorale per le Regionali.
LE ALLEANZE PER LE REGIONALI
I preparativi in vista del nuovo appuntamento con le urne sono già iniziati. Il modello da seguire, ha spiegato Gaetano Quagliariello, coordinatore nazionale del Nuovo Centrodestra è quello della Calabria dove Ncd e Udc con il candidato governatore Nico D’Ascola hanno raggiunto il 7,7%: “Per noi la Calabria diventa un modello: quello di esprimere una candidatura autonoma e che poi può aggregare o meno altre forze”.
Lo schema è quindi di presentarsi con candidati propri come in Umbria dove sembra già decisa la corsa del sindaco di Assisi Claudio Ricci. Il resto è in evoluzione e presuppone quindi mani libere sulle alleanze, sia verso Forza Italia con cui i rapporti non si sono mai interrotti. Ma anche verso il centrosinistra di Matteo Renzi, come già si ipotizza in Toscana e forse anche in Campania. Con un’unica certezza: “Mai con la Lega. Il partito lepenista di Matteo Salvini non ha nulla a che fare con noi”, dicono gli alfaniani.