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Rompicapo centrodestra

Beata franchezza. L’avevamo sospettato già tempo fa che Matteo Renzi stava gongolando quasi più del leader leghista per la prospettiva di un Matteo Salvini perno del centrodestra. Il sospetto è stato certificato dallo stesso segretario del Pd e premier: “Per me va benissimo che Salvini sia percepito come il mio avversario”, ha detto ieri Renzi al Foglio.

Forse ha proprio ragione Silvio Berlusconi quando definisce se stesso come regista e Salvini goleador. Un regista, Berlusconi, che lavora sovente anche per la squadra avversaria: benedice come suo erede al governo l’ex sindaco di Firenze e battezza come leader in pectore di un centrodestra più smoderato che moderato quel Salvini che fa felice Renzi.

Salvini leader del centrodestra è la polizza governativa di Renzi?, ci chiedevamo non a caso pochi giorni. La risposta del premier è sì. E così il segretario del Pd si candida a baricentro del sistema politico italiano. Infatti l’ascesa a destra di Salvini non può che far alzare i toni dell’altro oppositore, Beppe Grillo, che – seppure stanchino – torna a essere tonitruante e sempre più antisistema per non farsi surclassare dall’arrembante Salvini in una gara a chi la spara più grossa su euro e tasse.

Una prospettiva che, non a caso, preoccupa un berlusconiano sempre meno filo Berlusconi come Raffaele Fitto, che non vuole accodarsi a Renzi ma non vuole neppure accasarsi da Salvini. Intenti lodevoli, ma senza poter lanciare una vera Opa per scalare Forza Italia le ambizioni di Fitto restano asfittiche.

L’ex ministro non vuole farsi incastrare nella sua Puglia per fare il contendente del finto renziano Michele Emiliano, per la regione Puglia, come invece auspica Berlusconi. Fitto rilancia con l’idea delle primarie a tutti i livelli. E perché non punta con le primarie a sfidare Emiliano in Puglia? In attesa di una risposta chiara che non arriva, è legittimo pensare che Fitto punta alla leadership del centrodestra. Con le primarie? Ma per riuscire davvero a sfidare il segretario del Carroccio, che nel frattempo cerca di attecchire anche nel Mezzogiorno, Fitto dovrebbe imbastire una collaborazione con quell’Area Popolare, frutto di Ncd, Udc e una parte di Scelta Civica, che sostiene il governo Renzi e non esclude maggioranze a geometria variabile per le Regionali.

Peccato l’ex dc Fitto – paradosso dei paradossi – ha pessimi rapporti proprio con quell’Area Popolare che dovrebbe essergli più affine. Un bel rompicapo per un centrodestra smarrito.

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