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Siria, dalla civiltà alla barbarie

di Roberta Galeotti

«E’ chiaro a tutti che in Medio Oriente si combatte una guerra che coinvolge il mondo intero e che riguarda le libertà» spiega Mimmo Srour, presidente dell’Associazione Centro Studi Federico II, che ha organizzato la mostra dal titolo ‘Siria, dalla civiltà alla barbarie‘ con l’intento di diffondere al mondo occidentale cosa si stia lasciando distruggere.

Cosa fosse la Siria prima e cosa si stia distruggendo.

«La Siria è Damasco – scrive nei testi che accompagnano le foto di Luciano D’Angelo -, i profumi e i colori del bazar, spezie e tessuti, taverne e hammam…
La Siria è Aleppo, l’imponenza della Cittadella, miracolo di tolleranza tra etnìe e religioni, moschee e chiese in armoniosa alternanza.
La Siria era tutto questo.
Era. Perchè quel che resta del miracolo di Aleppo è un cumulo di macerie, la Cittadella è un gigante ferito che non trova pace».

«In Medio Oriente è in pericolo l’esistenza dei Cristiani – aggiunge Mimmo Srour -. Gli Stati confessionali annientano tutto ciò che non li riguarda e rischiano di distruggere le minoranze.
I Cristiani non sono un dettaglio della storia Mediorientale. Sono arrivati in quelle terre 600 anni prima dei musulmani e fanno parte del vissuto sociale di quei popoli.
Difendere i diritti non è previsto dalle monarchie assolute, come il Quatar e l’Arabia Saudita, in cui i diritti non hanno mai trovato patria.

La donna in Siria vota dal 1948, come in Italia, mentre negli altri stati a tutt’oggi la donna non può nemmeno guidare.
Non si può esportare una finta democrazia.

E’ una battaglia epocale – continua Srour, con voce accalorata, che mal si addice al suo compassato mono tono, solitamente discreto e rispettoso -.
Gli occidentali smettano di armare e finanziare il terrorismo, solo così i siriani e gli iracheni potranno affrontare e risolvere i loro problemi. Siriani ed Iracheni ci pensano da soli!»

«Il petrolio estratto abusivamente dall’Isis in Iraq e Siria da chi viene acquistato? e come fa ad arrivare fino in Europa?» chiosa Mimmo Srour.

«La Siria, oggi, è un inverno profondo – scrive ancora Claudio Valente -. L’inverno più profondo scaturito da una stagione che una pubblica opinione distratta in geografia quanto carente in storia, hanno salutato come primavera. Le primavere arabe».

«La Siria è la nostra storia, non dimentichiamolo. Aiutiamola, perchè la Siria siamo noi. La Siria siamo noi».

Sarà inaugurata domani mattina alle ore 10:00 a Giulianova (Teramo), a palazzo Kursaal (lungomare Zara) la mostra fotografica di Luciano D’Angelo con i testi di Claudio Valente.


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