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Sony Hack, perché gli Usa chiedono la collaborazione di Pechino

Washington guarda a Pechino per fronteggiare il controverso caso di The Interview, la pellicola che ironizza sul regime dittatoriale nordcoreano e sul suo leader Kim Jong-Un e che è costata a Sony Pictures una pesantissima offensiva informatica.

La notizia arriva dopo che la compagnia americana ha deciso di ritirare dal mercato il film a seguito della minaccia degli hacker di scatenare un attacco terroristico stile 11 settembre e alla cancellazione del lungometraggio dalle sale da parte di molti esercenti cinematografici.

L’INTERVENTO DELLA CINA

La decisione della major, come ha scritto su Formiche.net Patrizia Licata, crea – secondo alcuni osservatori – un precedente contro la libertà di espressione ma al tempo stesso è dettata dagli ingenti danni economici che l’attacco hacker ha causato all’azienda (non solo in termini di pellicole rubate ma di dati personali sottratti ai dipendenti, che ora minacciano una class action) e apre una nuova crisi tra Stati Uniti e Corea del Nord.

Il presidente Barack Obama ha preso il dossier molto seriamente, tanto da considerarlo una “questione di sicurezza nazionale”, ed ha per questo – secondo alti funzionari dell’amministrazione citati dal New York Times – chiesto aiuto alla Cina per contrastare le capacità della Corea del Nord di compiere attacchi informatici.

IL SILENZIO DI PECHINO

La Repubblica popolare non ha, per il momento, risposto all’appello e non è chiaro se lo farà. Tra Washington e Pechino il clima non è dei migliori, soprattutto in tema di sicurezza informatica, dopo che il Dipartimento alla Giustizia prima e il Federal bureau of Investigation poi, hanno accusato il governo cinese di sostenere gruppi di hacker con l’obiettivo di attaccare aziende Usa.

SANZIONI IN VISTA?

La risposta della Casa Bianca alla provocazione di Pyongyang non è ancora stata decisa e sono molte le opzioni al vaglio. La Corea del Nord continua a dirsi estranea ai fatti, e anzi, si dichiara disponibile a condurre un’inchiesta congiunta con gli Usa sul cyber-attacco. Washington invece considera il regime di Kim Jong-Un – di cui la pellicola ne immagina l’assassinio per mano della Cia – responsabile per quanto accaduto e medita di colpirlo anche attraverso nuove sanzioni sul modello di quelle che stanno facendo vacillare la Russia di Vladimir Putin.

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