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Come va riformata la Rai. La proposta di Aldo Forbice

La mia idea di servizio pubblico è più radicale delle proposte sentite fin a ora. E si sposa a una privatizzazione, anche se parziale, dell’azienda di viale Mazzini.

In sintesi, ecco la mia proposta: si deve trovare il coraggio di lasciare una sola rete pubblica (la prima), con più edizioni di tg, sostenuta solo dal canone (ridotto); la seconda e la terza rete, accorpate o separate, dovrebbero andare sul mercato, sostenute solo dalla pubblicità.

Inizialmente la proprietà potrebbe rimanere pubblica, con una massiccia presenza di azionisti privati e successivamente totalmente privatizzata. Anche le sedi regionali (con tg, oggi quasi sempre istituzionali, cioè rispettosi delle linee di presidenti e giunte regionali) dovrebbero essere “affidati” al mercato, con la liquidazione di sedi e apparati faraonici.

La radio dovrebbe seguire un percorso simile. Radio Uno (pubblica) da finanziare con un canone separato (o attraverso le bollette della luce) e le altre reti unificate, con i servizi web, dovrebbero diventare un’azienda, gestita con criteri imprenditoriali, pubblico-privata in grado di competere sul mercato.

Nascerebbero dalla Rai, nuove spa (forse anche una fondazione), controllate dall’Authority delle comunicazioni. Questo progetto non prevede più una governance di nomina politico-parlamentare e la stessa Commissione parlamentare dovrebbe essere sciolta non avendo più alcuna funzione.

E’ utopistico tutto questo? Non credo, se ci sarà veramente la volontà politica di voler cambiare realmente le cose, tenendo conto che lo scenario delle telecomunicazioni è profondamente cambiato ed è continuamente in evoluzione. Il primo segnale di questa volontà di cambiamento si potrà registrarlo col prossimo contratto di servizio Rai-Stato, anticipato al 2015.


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