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Così Cassini-Huygens sta aiutando a scoprire Titano

saturno

Quattro giorni e oltre cento scienziati da tutto il mondo per l’appuntamento italiano, ospitato nella sede dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), dedicato all’analisi della missione Cassini-Huygens, destinata allo studio del sistema di Saturno. Gli scienziati hanno fatto il punto sullo stato della missione, sull’avanzamento delle ricerca, sulla dinamica degli anelli e dell’atmosfera di Saturno, su quella di Titano, sulle attività dell’altra luna Encelado e altri satelliti.

I PROSSIMI OBIETTIVI

Questo Cassini Project Science Group è giunto a poco tempo dal decennale dell’atterraggio della sonda europea Huygens, rilasciata da Cassini, su Titano, la luna di Saturno. L’incontro è stato anche il momento per fare il punto sulla pianificazione e le scelte dell’operazione dei prossimi 6/7 mesi e in generale quelli più a lungo termine, in vista della fine della missione stabilita nel 2017. La missione, congiunta tra Nasa, Esa e Asi, è un programma che si è distinto per 10 anni di successi in crescendo. Gli scienziati si attendono ancora molte scoperte fino al gran finale tra due anni. Sarà questa un’ultima grande manovra, con la quale la sonda Cassini si tufferà dentro l’atmosfera di Saturno e grazie all’antenna, realizzata dall’Asi con il contributo dell’industria italiana, invierà sulla Terra immagini e dati che faranno conoscere meglio e approfonditamente il pianeta degli anelli.

UNA MISSIONE OLTRE LE ASPETTATIVE

La missione Cassini era stata programmata per durare 4 anni, ma l’eccezionale qualità dei sistemi e degli strumenti di bordo e i numerosi successi conseguiti hanno indotto la Nasa, con il supporto dell’Asi e dell’Esa, nel 2008, a estenderne l’attività, permettendo di osservare una varietà di cambiamenti stagionali, dato che il pianeta ha completato un terzo dei quasi trent’anni dell’anno di Saturno intorno al Sole. Di grande rilievo il contributo nazionale missione. In base ad un accordo di collaborazione bilaterale Asi-Nasa, in Italia sono state sviluppati l’antenna, cuore delle telecomunicazioni della sonda e parti fondamentali del radar, lo spettrometro e il sottosistema di radioscienza. L’Asi ha inoltre sviluppato, per la sonda Huygens, lo strumento H-ASI, Huygens Atmospheric Structure Instrument, che ha misurato le proprietà fisiche dell’atmosfera e della superficie di Titano.

SENZA L’ITALIA NESSUN DATO A TERRA

“Cassini–Huygens è la prima missione – sottolinea il presidente dell’Asi, Roberto Battiston –  di esplorazione del sistema solare a cui l’Italia e l’Europa hanno partecipato. È una pietra fondamentale dell’attuale conoscenza del più spettacolare dei pianeti esterni del sistema solare, ma dimostra soprattutto come la cooperazione internazionale può aumentare e dare maggiori possibilità di conoscenza per l’uomo dell’universo in cui abita. Siamo orgogliosi di esserci con un apporto decisivo. Tra l’altro, senza l’Italia nessun dato sarebbe mai arrivato a Terra”.

UN MARE DI SCOPERTE

“Uno degli obiettivi della missione, immaginata negli anni ’80, era – ricorda Enrico Flamini, coordinatore scientifico Asi e program manager per la parte italiana –  la scoperta della superficie sconosciuta di Titano, nascosta dalle fitte nubi. Oggi, grazie agli strumenti scientifici italiani, sappiamo come è fatta. Abbiamo determinato temperatura e pressione atmosferica di Titano durante la discesa di Huygens, scoperta la composizione chimica della superficie, con lo spettrometro ad immagine Vims, determinata l’esistenza di un oceano di acqua nelle profondità di Titano ed Encelado e attraverso il radar, appreso dell’esistenza di laghi di metano ed etano. A queste informazioni, si è aggiunta la scoperta, avvenuta per l’intuizione di un ricercatore italiano, della profondità e della quantità di questi mari di idrocarburi. Se Titano fosse a noi vicino avremmo a disposizione una riserva di idrocarburi pressoché infinita”.


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