Nella sua accezione più classica, con il termine intelligence si intende il complesso di attività e operazioni finalizzate a ricercare, raccogliere ed elaborare informazioni per fornire al decision maker adeguati strumenti dispositivi e la più pertinente cognizione degli scenari in cui si opera. In particolare, l’intelligence economica (o competitiva) si configura come quel campo in cui il ciclo intelligence è focalizzato su informazioni di natura prevalentemente economico-finanziaria ed è orientato a offrire una chiave di lettura delle attività poste in essere e delle ripercussioni causate nelle dinamiche competitive tra soggetti sia pubblici che privati.
Il binomio tra informazione ed economia rappresenta, dunque, uno degli elementi di maggiore importanza nel mondo globalizzato della quinta rivoluzione tecnologica, in cui si assiste alla scomparsa dell’accezione tipicamente westfaliana del confronto strategico tra Stati ed emerge una costante e fluida guerra economica, espressione sempre più diffusa e utilizzata per descrivere lo spostamento delle dinamiche competitive dalla dimensione militare alla dimensione dei mercati internazionali. La capacità di collezionare, analizzare e utilizzare informazioni diviene, infatti, un essenziale strumento di decodifica ed esercizio del potere e una matrice dei rapporti di forza che governano il mondo globalizzato.
E’ questa una delle ragioni essenziali per cui i servizi d’informazione italiani hanno da tempo avviato una vera e propria campagna rivolta a promuovere e rafforzare la cultura della sicurezza con l’intento di abbracciare e coinvolgere attivamente tutti gli attori nazionali, a partire dalle realtà produttive. E’ opportuno, infatti, riflettere su quanto oggigiorno la sicurezza nazionale dipenda da fattori legati al mondo economico-finanziario e come, ad esempio, la stragrande maggioranza degli asset strategici a livello industriale possa determinare ripercussioni sulla capacità effettiva per il Sistema-Paese di affrontare le sfide contemporanee della crescita. Allo stesso tempo, si può facilmente comprendere quanto utile possa essere per le imprese italiane creare sinergie con l’universo istituzionale e rafforzare le proprie capabilities nell’attività di protezione delle informazioni sensibili e rafforzamento delle tecniche di penetrazione verso mercati esteri.
Si può facilmente comprendere come la complessa arte di maneggiare le informazioni all’interno dell’universo produttivo riguardi prima di tutto alcune figure specifiche, deputate a tessere relazioni esterne, a curare relazioni istituzionali e a gestire la fitta rete di interconnessioni che quotidianamente avvolgono le imprese di ogni dimensione. Tale situazione rende assolutamente indispensabile l’approfondimento dei temi legati all’utilizzo delle informazioni e alla gestione delle fonti correlate. Sotto il profilo professionale, tale capacità determina una maggiore consapevolezza della vasta gamma di strumenti utilizzabili per valorizzare il ruolo dell’intelligence economica nella tutela della sicurezza aziendale (dal contrasto delle aggressioni reputazionali alle contromisure verso le cyber minacce), così come si può facilmente intuire quanto preziosa possa essere in termini sistemici la capacità di fornire più attente chiavi di lettura delle strategie poste in essere da competitor stranieri, potenzialmente interessati a organizzare attacchi asimmetrici e non convenzionali.
In tale contesto la cultura condivisa della sicurezza ed il ricorso sinergico agli strumenti dell’intelligence economica pongono le realtà produttive nazionali nella condizione di partecipare attivamente al sistema che da tempo si cerca di costruire e consolidare, con l’obiettivo – comune ad Istituzioni e imprese – di valorizzare opportunamente l’informazione, vero e proprio fulcro delle dinamiche competitive internazionali presenti e future.