Sono sempre affascinato da chi ha il coraggio di intraprendere azioni al limite della genialità e della fantasia. E’ quello che sta per avvenire con David Ginola, indimenticato campione francese del PSG e di altri club della Premier league, che, a sorpresa, ha lanciato la sua candidatura alla presidenza FIFA, dichiarando, senza mezzi termini, che il massimo governo del calcio mondiale deve cambiare, modernizzarsi ed essere, nel futuro, sempre più improntato alla trasparenza e alla democrazia, cercando di intercettare la passione dei tifosi.
Dove può arrivare Ginola? Intanto ha trovato uno sponsor d’eccezione, anzi un “endorser”: il bookie irlandese Paddy Power, che lo seguirà in tutta la campagna (ha realizzato un video e una pagina/sito per raccolta fondi) scommettendo sul fatto, e non è un gioco di parole, che possa farcela veramente a mettere insieme almeno 5 federazioni membri FIFA (conditio sine qua non di qualsiasi candidatura). Ginola vuole contrastare lo strapotere diSepp Blatter da molti anni sulla tolda di comando di questo organismo calcistico (dal lontano 1998 e si candida per il quinto mandato consecutivo) e posizionarsi accanto al principe Ali Bin Al Hussein di Giordania (già vice-presidente della FIFA), altro contendente per la poltrona più ambita, a livello dirigenziale, dell’universo-pallone.
C’è da augurarsi che David Ginola ce la faccia. In primis, perché Ginola è da sempre sinonimo di trasparenza, fantasia e perché no simpatia, e poi perché sarebbe la grande novità di questa candidatura, che, fino alcuni mesi fa, sembrava riproporre in fotocopia l’ipotesi Blatter.
Se parliamo di democrazia nel calcio, non si può che partire da una competizione tra più candidati. Potrebbero essere tre con Ginola, ma mi augurerei che fossero anche molti di più. La politica, in generale, ha dato, in questi ultimi anni, una pessima immagine di sé, basando la propria forza sul concetto di “tessera”; bisognerebbe invece confrontarsi sul tema dei progetti, delle idee, della volontà “certificata” di cambiamento. Alla luce di queste riflessioni, se oggi fossi un presidente di una federazione calcistica non avrei problemi a schierarmi con Ginola, ma non perché è simpatico o un ex calciatore, ma perché è l’unico dei tre contendenti che parla chiaramente di “riportare il calcio alle radici”.
Tradotto: far di nuovo appassionare la gente a questa magnifica disciplina, nettandola dei forti interessi economici, che oggi la stritolano e dando maggiore centralità al tema del gioco e del rapporto (sano) con le tifoserie.
Purtroppo l’elezione della FIFA non è decisa dai tifosi, altrimenti non avrei dubbi sulla vittoria di David Ginola, ma da una serie di grandi elettori, che, forse, sono l’antitesi di ciò che rappresenta questo ex calciatore talentuoso transalpino. Ma già riuscire ad intercettare la volontà di 5 presidenti federali (a livello internazionale) sarebbe una grande vittoria ed un segnale concreto di cambiamento.
Le rivoluzioni sono sempre partite dal basso, è sufficiente rileggere la storia. Chissà che Ginola non riesca in questa impresa riunendo proprio quelle federazioni che anelano un cambio di passo da tempo e non lo vedono mai realizzarsi. Sarà la volta buona? Forza David, come Paddy Power, siamo con te #aprescindere. Ci piace la tua scommessa, la tua idea di progetto di cambiamento, la tua persona e soprattutto le tue idee, rivoluzionarie per un mondo del calcio sempre più stretto tra regole ed interessi (spesso dubbi).
Nel frattempo per chi fosse interessato alle linee guida del progetto di Ginola, che, sulla sua pagina promozionale ha già raccolto 251 mila sterline (in termini di fondi per attivare la campagna di candidatura) può visionare questo link: