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La corsa al Quirinale tra rane e scorpioni…

Brunetta gli ha dato dello “scorpione”. Berlusconi ha gridato al tradimento. Lui ha reagito, come al solito, con una scrollata di spalle: ”B. se ne farà una ragione…”. Una frase che racchiude tutte le caratteristiche del Nostro: la sua bullaggine, la disistima del pattista del Nazareno, l’innato istinto che lo porta a distruggere chi non la pensa come Lui.

Lui, il nuovo Benito. Il boy-scout che – immemore di Baden-Powell (1857-1941) – tratta gli avversari da nemici, quindi oggetti da asfaltare e da annientare.

Non sappiamo se ci troveremo un Mattarella come Presidente. Ne hanno già fatto l’agiografia, ma il soggetto è un modesto residuato bellico (Prima Repubblica), uno di quelli che ha passato la vita facendo politica, ma sempre in seconda linea. L’hanno paragonato a Scalfaro, ma Scalfaro (mai da me amato) è stato un protagonista, sia nella DC che al Colle. Un cattivo protagonista che, da giovane cattolico integralista, si è trasformato in un rapace padrone del potere. Di Mattarella non si conoscono dichiarazioni “esplosive”: una vita dietro le quinte, con l’eccezione della guerricciola contro la legge Mammì.

Berlusconi pensava che il nuovo Presidente potesse ridargli l’agibilità politica, in cambio della totale collaborazione al varo delle modifiche elettorali e costituzionali. Era convinto che Renzi l’avrebbe aiutato, in questo. Non poteva essere così e così non sarà. La sua illusione, durata 12 mesi,  è svanita all’alba del 29 Gennaio 2015.

Renzi ha fatto la furbata. Ha gettato nella mischia Mattarella, per compattare PD ed ex Popolari. Mattarella, poco ingombrante, verso il Colle. Renzi ha tentato il poker (governo; riforme, pasticciate ma riforme utili a consolidare il suo potere; annullamento politico di B.; “nessuno” al Colle). Ha tentato il poker, convinto com’è che B. non abbia alternative: accettare Mattarella, per non scendere dal bus del Nazareno. Sarà così?

Lo vedremo. Una cosa è certa. A Roma si continuano i giuochi di Palazzo, senza che si pensi al bene del Paese. Il nuovo inquilino del Colle (un Martinazzoli in sedicesimo) non sarà, né potrà essere il presidente di tutti noi italiani. Sarà una rana, con uno scorpione sul collo.

Stefano Biasioli

Segretario Generale CONFEDIR 


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