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Lo scollamento di opinione tra scienziati e grande pubblico su OGM, cambiamenti climatici ed altro

E’ di questi giorni la pubblicazione di un nuovo sondaggio condotto l’anno scorso in collaborazione tra AAAS (American Association for the Advancement of Science) ed il Pew Research Center sulle opinioni che scienziati da una parte e grande pubblico dall’altra hanno relativamente ad una serie di argomenti importanti legati alla scienza quali ad esempio i cibi che utilizzano organismi geneticamente modificati e i cambiamenti climatici. Un sondaggio simile era stato condotto nel 2009 ed è possibile perciò possibile capire come in 5 anni sono evolute le posizioni dei due gruppi.

Il sondaggio è stato condotto su un campione di 2002 americani intervistati al telefono e 3748 scienziati americani membri di AAAS intervistati per via telematica. Anche se si occupa dell’America vi posso garantire che quello che dice è importante anche per noi in Italia.

Il risultato è che esiste un preoccupante scollamento di opinione tra scienziati ed opinione pubblica generale.

La differenza maggiore (51 punti) si registra sui cibi geneticamente modificati: 84 % degli scienziati (S) pensano che siano sicuri contro solo il 37% della popolazione generale (P).

Altri discrepanze

– l’uso di animali per la sperimentazione: 89% (S) e 47% (P)

– È sicuro mangiare cibi trattati con pesticidi: 68 % (S) contro 28 % (P).

– Il cambiamento climatico è causato principalmente dall’uomo: 87% (S) e 50% (P)

– Gli uomini sono il frutto dell’evoluzione: 98% (S) e 65% (P)

– Bisogna permettere ulteriori trivellazioni in mare aperto: 32% (S) contro 52% (P)

– Si devono costruire altri impianti nucleari per energia elettrica: 65% (S) e 45% (P)

– Bisogna permettere che i genitori non facciano vaccinare i propri figli: 13% (S) contro 30% (P)

La differenze sono simili a quelle registrate nel sondaggio precedente. Quello che è cambiato è l’opinione, sia tra gli scienziati che tra l’opinione pubblica, sul significato di queste differenze e sulle prospettive future della scienza nella società.

Anche se è leggermente peggiorato, il giudizio degli americani sui risultati della ricerca scientifica è ancora positivo  e il 79% (contro 83% nel 2009) pensa che la scienza dia un contributo importante a migliorare la qualità della vita.

Maggiore è il cambiamento di percezione tra gli scienziati sulla situazione della scienza. Nel 2009 il 76% pensava che fosse un bel momento contro il 52% del 2014.

Uno dei problemi principali secondo gli scienziati è che il pubblico non sa molto di scienza. Una seconda preoccupazione riguarda le distorsioni delle scoperte scientifiche operate dai media.

Non esiste un sondaggio italiano, ma penso di non sbagliare se dico che la stragrande maggioranza degli scienziati italiani condivide queste preoccupazioni.

Che fare?

Gli scienziati pensano che la soluzione sia quella di aumentare l’insegnamento di materie scientifiche nella scuole. Ma alcuni pensano che sia giunto il momento che gli scienziati si assumano maggiori responsabilità ed inizino a dialogare in prima persona con il grande pubblico. Qualcosa che si sta cercando di fare anche da noi in Italia. E questo è un aspetto che sta molto a cuore al Presidente del CNR e che nel mio piccolo mi sforzo di fare qui grazie all’opportunità che mi è stata offerta da Formiche.

E’ importante che gli scienziati riescano a trasmettere l’idea che non sono una categoria separata e che comprendono le preoccupazioni del grande pubblico. Ma soprattutto devono cercare di trovare un terreno comune su una serie di argomenti. Perché in questo mondo tecnologico i problemi trattati dalla scienza sono sempre più problemi di tutti. Definiscono la cultura e la qualità di vita delle persone.


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