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Perché Roma rischia di restare senza polo fieristico

Oggi è stata annunciata la nomina di un nuovo amministratore delegato per la società Investimenti spa, la holding che gestisce la Nuova Fiera di Roma. Si tratta di Carlo Paris, un tecnico esperto e per anni manager in Unicredit. Una nomina che arriva dopo un anno e mezzo in cui il Comune retto dal sindaco Ignazio Marino, cui spettava questa scelta, ha lasciato la carica vacante. La scelta del primo cittadino arriva pochi giorni dopo l’annuncio del sindaco Marino dell’intenzione del comune di uscire da Investimenti Spa vendendo la propria quota del 21,7%.

LA COMPAGINE SOCIETARIA

La società Investimenti spa (Fiera di Roma), istituita nel 2005, è partecipata da Camera di Commercio di Roma (58,538%), Roma Capitale (21,762%), Regione Lazio (9,800%) e da Sviluppo Lazio (9,800%). A oggi ha un debito di circa 200 milioni derivante dalla realizzazione della nuova Fiera di Roma.

L’ANNUNCIO DEL SINDACO

Prima di Natale il sindaco ha dichiarato: “Credo che sia venuto il momento di una svolta, il momento in cui Roma Capitale concentri i sui sforzi, non solo finanziari, sulle vere funzioni di un Comune, lasciando invece campo alle attività che spettano ai privati. Per questo ho incontrato il presidente della Camera di Commercio Giancarlo Cremonesi per annunciargli la mia intenzione di uscire dalla società che gestisce la Fiera di Roma, così come faremo anche da altre strutture che intrecciano il Campidoglio e la Camera di Commercio”.

EFFETTO MARINO

“E’ una rivoluzione – ha spiegato il sindaco  del Pd – coerente con la mia idea di cambiamento della città e del modo in cui va governata. La Fiera di Roma è da sempre in una situazione di grande difficoltà e credo che ci siano invece forze produttive e imprenditoriali capaci di risollevarla, lasciando Roma Capitale al suo impegno per i servizi ai cittadini. Infatti, in un momento così difficile economicamente abbiamo costruito il nostro bilancio all’insegna di una radicale riorganizzazione delle spese e degli impegni dell’Amministrazione per concentrarci sui servizi necessari a questa meravigliosa città. Lo stesso stiamo facendo ora con le società, come la Fiera, in cui la presenza del Comune non è strategica per i romani e che deve cercare una nuova dimensione imprenditoriale”.

CHE SUCCEDE IN FIERA

Ma prima di Natale si era anche riunita l’assemblea della società Nuova Fiera di Roma Spa, che aveva dato mandato all’ad Mauro Mannocchi di presentare entro 20 giorni un piano di ristrutturazione della società, a oggi indebitata per circa 20 milioni principalmente con i fornitori e che non sta saldando i propri debiti, dicono gli addetti ai lavori. La risposta di Mannocchi, arrivata in questi giorni, è stata – secondo la ricostruzione di Formiche.net – l’intenzione di presentare al tribunale fallimentare la richiesta di concordato in bianco. Il cda di Investimenti Spa, insediatosi ieri, per voce del nuovo ad, Paris, ha convocato Mannocchi per oggi proprio per decidere su questo orientamento.

EFFETTO CONCORDATO

Il concordato in bianco consentirebbe a Fiera di Roma di avere altri 6 mesi (più 3) per cercare di strutturare un piano di risanamento. Nel frattempo, a causa della linea immobilistica del Campidoglio su un asseti di sua proprietà – quindi su un patrimonio dei cittadini e della città – le attività della Fiera sono a rischio (nessun fornitore lavorerebbe con un committente che non paga) e la società continua a perdere valore e a pagare interessi inutili alle banche che l’hanno tenuta in vita fino ad oggi, provocando anche un danno erariale, notano alcuni legali che si occupano del dossier.

CAMPIDOGLIO IMMOBILE? 

E’ da 8 anni che il Consiglio non delibera l’iter urbanistico che renderebbe possibile la vendita di terreni dei quali il Comune è proprietario e consentire quindi di rimborsare la società (180 milioni). Il carico del debito, fornito proprio a condizione del completamento di questo iter e della valorizzazione degli asset, ha indebolito la società. Negli anni la Camera di commercio ha fornito supporto finanziario a Investimenti Spa, il Comune no (tanto è vero che alla fine la partecipazione maggioritaria è appannaggio della Camera – ma solo perché ha anno dopo anno sostenuto la società mentre il Comune ritardava).

LE PRIORITA’ COMUNALI

In generale il Comune ha dato priorità alla gestione e valorizzazione di progetti che riguardano i privati mentre non viene calendarizzato quello che riguarda i cittadini (azionisti di Investimenti Spa sono Comune, Regione, Camera di Commercio). Ora l’annuncio del Comune di uscire da Investimenti e lasciare ai privati il compito di valorizzare la Fiera di Roma. Ma per uscire, il Comune dovrebbe vendere le sue quote di minoranza a qualcuno: chi comprerebbe se la società viene lasciata in queste condizioni?

I COMPITI DEL NUOVO AD

Il nuovo ad Carlo Paris dovrebbe cercare di risanare la società e valorizzarne gli asset. Impresa assai ardua – dicono gli addetti ai lavori – se si pensa che tre diversi sindaci da Walter Veltroni in poi, non ci sono riusciti e che tre diversi progetti di variante urbanistica sono rimasti impantanati in Consiglio comunale.

CONCLUSIONE E DOMANDE

In sintesi: cosa aspettano a deliberare in Consiglio l’iter urbanistico, che peraltro ha esplicitamente sollecitato la Giunta a fare la sua proposta? Nel merito il sindaco non può dire di non essere d’accordo, è la stessa giunta Marino che ha deliberato la soluzione che deve passare in Consiglio Comunale. Ma così, tra immobilismo e dichiarazioni di intenti poco realizzabili, la Capitale non rischia di restare senza un polo fieristico?

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