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Chi fa a pezzi la Buona Scuola di Renzi

Verterà sull’assunzione degli insegnanti, sulla valutazione dei professori, sull’alternanza scuola-lavoro e sull’investimento in alcune materie come arte, cultura, diritto, economia, educazione fisica e inglese, ha annunciato il premier Renzi. Ma programmata per settembre e rimandata a gennaio, la riforma della scuola slitta adesso a febbraio, segno che – come dicono alcuni esperti – ci sono dei passaggi ancora da chiarire.

L’INCONTRO A PALAZZO CHIGI

Dopo l’incontro a Palazzo Chigi tra il premier Matteo Renzi, il ministro Stefania Giannini e il sottosegretario Davide Faraone, i temi sulla scuola messi a fuoco dovranno essere tradotti nell’annunciata riforma dell’Istruzione, attesa in Consiglio dei ministri per fine febbraio.
“Se riparte la scuola, riparte l’Italia”, ha detto Renzi in un video mandato on line il giorno dell’incontro. “Ci stiamo credendo e investendo”. Parlando della consultazione pubblica ‘La buona scuola‘ (qui i risultati) Renzi ha dichiarato che le istituzioni europee l’hanno considerata “la più grande campagna d’ascolto mai fatta a livello continentale.

I PROSSIMI PASSI

Nel video registrato in occasione della ripresa delle lezioni dopo le festività natalizie Renzi ha spiegato che entro il 28 febbraio, i contributi raccolti nella consultazione saranno trasferiti nella fase conclusiva della scrittura dei testi, il decreto e il disegno di legge, che saranno presentati in Parlamento.

LE REAZIONI

All’entusiasmo di Renzi per i risultati della consultazione pubblica si oppone, tra le critiche, l’analisi del Corriere della Sera: “Licenziato alla fine dell’estate, il testo della Buona Scuola, non ha convinto i sindacati ma nemmeno il Pd e anche la consultazione online che si è svolta dal 15 settembre al 15 dicembre non ha dato i frutti sperati”. Orsola Riva ha spiegato infatti sul Corriere che alcune norme sono saltate, “in primis quella che prevedeva di cancellare gli scatti di anzianità in favore di un sistema in teoria basato sul merito, in realtà piuttosto rigido e arbitrario: ora si pensa semmai a un sistema misto, anzianità più merito”, e “rischiano di non tornare i conti soprattutto per quei 150 mila precari che dovranno essere assunti entro settembre”.

FORMAZIONE

Tra le priorità resta quella della formazione dei docenti, per cui permane il problema dei fondi che apre così alla possibilità del cosiddetto anno di prova “previsto per legge ma finora solo sulla carta”, si legge sul Corsera che già paventa la “valanga di ricorsi che sommergerebbe il ministero”.

EDILIZIA SCOLASTICA

Urgenti sono poi per Renzi i progetti di riqualificazione degli edifici, per i quali il premier ha promesso di stanziare un miliardo di euro per le strutture di 21 mila scuole. In previsione entro la fine di quest’anno l’apertura di 1.600 cantieri per mettere in sicurezza le scuole (#scuolesicure) ed altrettanti per costruirne delle nuove (#scuolenuove). Entro primavera 2016 altri 15.000 saranno invece aperti per le piccole opere di manutenzione (#scuolebelle).

LE CRITICHE DEI 5 STELLE

“Mentre Renzi ci prende in giro con le consultazioni e la riforma dal basso, i tagli realizzati sul funzionamento ordinario della scuola arrivano dall’alto ed iniziano a far sentire le proprie conseguenze sulla pelle dei docenti, dei tecnici, degli amministrativi ed ausiliari, di tutti i lavoratori della scuola e di tutti gli attori”, ha detto Luigi Gallo, deputato nel Movimento 5 Stelle e membro della Commissione Cultura alla Camera, che sul suo profilo Facebook ha passato in rassegna la lista di tutti i tagli alla scuola fatti del Governo Renzi attraverso la Legge di Stabilità pubblicata anche sul blog di Grillo. 

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