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Vi spiego che cosa non capisco di Cofferati e delle primarie Pd

Per un momento mettiamo da parte la questione dei brogli nelle primarie liguri. L’istituto è privo di regole precise, è vero. E forse sarebbe opportuna una legge che le regolamenti. Ma una cosa ancora non mi è chiara: alle primarie del Pd possono partecipare solo i suoi iscritti, chi lo ha votato o chi intende votarlo? E, in quest’ultimo caso, che valore può avere una semplice dichiarazione d’intenti, sia pure con una firma sotto?

Insomma, se ho votato per il centrodestra, non ho votato e non sono ancora sicuro per chi voterò alla prossime elezioni, non posso partecipare a un evento comunque importante per la politica italiana? Mi sia consentito un riferimento personale: alle ultime primarie nazionali, ho versato il mio obolo e ho votato per chi è oggi il presidente del Consiglio, ma alle elezioni politiche mi ero astenuto e non sapevo se avrei votato per il Pd alle prossime. Domando: il mio voto è taroccato?

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Sergio Cofferati ha detto (la Repubblica di oggi) che non si dimetterà da europarlamentare perché è stato eletto con le preferenze, e quindi quei voti (centoventimila) sono – almeno in gran parte – suoi. Da chi quotidianamente impartisce lezioni di democrazia, non mi aspettavo che ne avesse una concezione proprietaria.

Ha aggiunto di aver accettato il seggio di Strasburgo perché così per lui sarebbe stato più facile trascorrere i week end a Genova con la famiglia. Si vede che i collegamenti aerei tra le due città funzionano molto bene. E poi parlano male dell’Europa…

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Ogni volta che Cofferati viene intervistato, il giornalista di turno ricorda che il 22 marzo 2002 ha portato al Circo Massimo tre milioni di persone. Le fiabe di dodici anni fa dovrebbero essere raccontate solo ai bambini. L’area del Circo Massimo è di 73mila metri quadrati. Calcolando quattro persone a metro quadro (e non calcolando palco, corridoio centrale e spazi laterali), può contenere non più di trecentomila corpi pigiati fino all’inverosimile (a meno che non si voglia violare il principio della incompenetrabilità dei solidi).

Tuttavia, quel giorno (io c’ero) moltissimi manifestanti erano assiepati nelle zone adiacenti al Circo; diciamo pure (per essere assai generosi) altri duecentomila. La somma, sempre di tutto rispetto, la lascio al lettore.

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Sergio Cofferati si è dimesso dal Pd, Pippo Civati minaccia un giorno sì e l’altro pure di dimettersi (ma non si dimette mai), Stefano Fassina minaccia sfracelli nelle elezioni del Capo dello Stato (ma perché, di grazia?), Maurizio Landini e Nichi Vendola vagheggiano uno Tsipras italiano. Tutti a gufare contro quel pasticcione che si chiama Matteo Renzi. Nel frattempo, Matteo Salvini se la gode.


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