È stato approvato ieri in Consiglio dei ministri il decreto che punta, con norme ad ampio raggio, a contrastare il terrorismo internazionale di matrice islamica. Le misure studiate da Palazzo Chigi, spinte dagli attentati in Francia, entrano subito in vigore dopo settimane di attesa, rinvii e qualche polemica.
COSA CAMBIA PER L’INTELLIGENCE
Il testo definitivo del decreto non è ancora pronto, ma i punti sono ormai chiari. Le novità più interessanti riguardano senza dubbio i poteri speciali dei nostri 007, le cosiddette garanzie funzionali. Ai Servizi – racconta su Repubblica Carlo Bonini – “viene riconosciuta la facoltà di ottenere informazioni con attività coperte nel circuito carcerario“, seppur fino al 31 gennaio 2016 e solo per ragioni specifiche e previa autorizzazione del procuratore generale della Repubblica. Di questa fase – aggiunge sul Corriere della Sera Fiorenza Sarzanini, farà parte anche la possibilità “di celare la propria identità in caso di testimonianza di fronte alla magistratura, proprio come sollecitato dal sottosegretario alla presidenza Marco Minniti e dal direttore del Dis Giampiero Massolo“. Fonti del Copasir dicono a Formiche.net che anche la questione delle risorse finanziarie in più per gli 007, circa 9 milioni di euro, è contemplata nel decreto.
LA STRETTA SUI FOREIGN FIGHTER
Il capitolo messo a punto dal Viminale, spiega Marco Ludovico sul Sole 24 Ore, prevede “l’introduzione di un nuovo reato per punire chi organizza, finanzia e propaganda viaggi per commettere condotte terroristiche, con la reclusione da tre a sei anni, e la punibilità di colui che si auto-addestra“, come i “lupi solitari” (prima era reato solo reclutare i combattenti).
Previste anche, rimarca il giornale confindustriale, “aggravanti delle pene stabilite per i delitti di apologia e di istigazione al terrorismo commessi attraverso strumenti telematici; la possibilità per l’autorità giudiziaria di ordinare agli internet provider di inibire l’accesso ai siti utilizzati per commettere reati con finalità di terrorismo, compresi nell’elenco della Polizia Postale” (oggi il direttore del Servizio, Antonio Apruzzese, ne spiegherà l’utilità in un intervento in un convegno su cybersecurity e tutela dei cittadini che si tiene in Cassazione).
Più snella – prosegue il quotidiano di Via Solferino – anche la procedura per le espulsioni “perché «nei casi di necessità e urgenza, il Questore, all’atto della presentazione della proposta di applicazione delle misure di prevenzione della sorveglianza speciale e dell’obbligo di soggiorno nel comune di residenza o di dimora può disporre il temporaneo ritiro del passaporto e la sospensione della validità ai fini dell’espatrio di ogni altro documento equipollente»“.
PROCURA E SOLDATI
Potenziamento anche del contingente militare previsto per servizi di vigilanza. Per l’operazione Strade sicure, il numero complessivo di soldati sale a 5mila, di cui 600 saranno impiegati per l’Esposizione universale che comincerà il 1° maggio a Milano. Disco verde, infine, anche per una una sezione speciale dell’Antimafia delegata esclusivamente al terrorismo. Una misura che contempla l’impegno di “un magistrato, con funzioni di Procuratore nazionale, e due magistrati con funzioni di procuratore aggiunto. I magistrati della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo sono scelti tra coloro che hanno svolto, anche non continuativamente, funzioni di pubblico ministero per almeno dieci anni e che abbiano specifiche attitudini, capacità organizzative ed esperienze nella trattazione di procedimenti in materia di criminalità organizzata e terroristica“.