Per gentile concessione dell’editore Guerini Associati pubblichiamo un estratto dal libro Se la Merkel è Carlo V di Lodovico Festa e Giulio Sapelli
Liquidazione della chimica – Dopo il massacro anche per via processuale di ENI e Montedison, non senza degenerazioni nel rapporto affari-politica (processo Enimont dal 1993 al 2000), si conclude la dissipazione del nostro patrimonio industriale nella chimica di massa con la cessione alla Shell, da parte di Montedison, dei suoi ultimi rilevanti impianti.
Liquidazione dell’elettronica – Olivetti diventa un settore minore di Telecom Italia, Italtel, le cui attività fondamentali passano alla Siemens e ad altre società tedesche (Telettra ceduta ad Alcatel), e quella di settori chiave dell’engineering (Fiat Ferroviaria ceduta all’Alstom nel 2000).
Tappe del declino dell’energia made in Italy – Edison venduta in due passaggi al gruppo Électricité de France; fine della produzione di energia nucleare, prima con l’arresto di Felice Ippolito nel 1964, poi con il referendum del 1987, infine con quello del 2011; attacco all’ENI anche con le liberalizzazioni del 1999 segnate da più di una sospetta forzatura.
Liquidazione della telefonia – Nel 2013 si parla di Telecom Italia che potrebbe finire sotto il controllo di Telefónica, ultimo passo della fine della telefonia italiana. Nel 1999, dopo avere ottenuto dal governo Ciampi, già in amministrazione straordinaria perché erano state convocate le elezioni, la concessione per il servizio radiomobile GSM, Omnitel viene venduta a Mannesmann. Nel 2005 Wind, con la sua incorporata Infostrada, viene venduta alla compagnia egiziana Orascom. Nel 2007 Fastweb viene ceduta a Swisscom. Nell’ottobre 2000 Pirelli cede a Cornig la proprietà di Optical Technologies e Optical Systems alla Cisco Systems. Nel 2005 Pirelli cavi viene ceduta alla Goldman Sachs.
Reti dei trasporti – Nella primavera del 2008 il governo Prodi tenta di cedere Alitalia all’Air France, compreso il controllo dell’aeroporto Malpensa. Nel 2006 è fondata la società Nuovo Trasporto Ferroviario da Luca Cordero di Montezemolo, Diego Della Valle, Gianni Punzo e Giuseppe Sciarrone. Nel gennaio 2008 nel suo assetto azionario entrano Intesa Sanpaolo e la Société Nationale des Chemins de Fer Français (SNCF), appartenente allo Stato francese, che non prevede alcun trattamento di reciprocità per le nostre ferrovie sul suo territorio.
Agricoltura – Dalla SME (tentativo di privatizzazione pilotato dell’IRI di Prodi nel 1985, prima verso la Buitoni di De Benedetti poi, negli anni seguenti, coinvolgendo la Unilever) alla Parmalat, venduta nel 2011 a Lactalis, non c’è alcuna regia, particolarmente da parte dei governi post-’92, che combini gli interessi della nostra agricoltura con un sistema industriale nazionale di trasformazione.
Automobile – Alfa Romeo venduta alla FIAT (1986), dimissioni dell’amministratore delegato FIAT Vittorio Ghidella (1988), accordo Lingotto-General Motors (2000), convertendo + swap IFIL-Exor (2005), accordo con Fiat-Chrysler (2009): sono le tappe di un’americanizzazione, in parte provvidenziale, in parte caotica, della società torinese e del declino del resto della produzione automobilistica in Italia.
Moda made in Italy – Mentre New York e Parigi fanno sistema sulla moda, questo a Milano riesce sempre meno. Forse è anche questa la causa del fallimento del tentativo di Mediobanca di coordinare industria tessile e grande moda. Nell’ultimo decennio è tutto un trasferire all’estero programmazione, finanza e decisionalità dell’industria del lusso, da Bulgheroni a Loro Piana.
Edilizia – Dopo il 1992, diventa impressionante il declino del sistema di costruzione-immobiliare lombardo (Lodigiani, Torno, Grassetto, Belleli, Pirelli Real Estate, Zunino).