La confusione regna sovrana. O forse è la realtà che è complicata e noi poveri cronisti non sappiamo più raccontarla o decrittarla.
Si prenda la responsabilità civile dei magistrati. Ovvero uno dei caposaldi programmatici di Forza Italia, dunque del Polo delle libertà, quindi della Casa delle libertà, poi del Pdl. Ebbene, dopo vent’anni di annunci, invocazioni, comizi e manifesti elettorali, il progetto è diventato legge. Non l’ha approvata Forza Italia, il Polo, la Casa delle libertà o il Pdl, ma la maggioranza di governo a base Pd. Per approfondire la materia consiglio l’analisi del notista politico Francesco Damato e l’intervista al docente Giuseppe Di Federico, già membro del Csm su indicazione di Forza Italia. Roba da piangere (o da scompisciarsi).
E che dire del Jobs Act? Abbiamo rottamato l’articolo 18 e pure i precari, ha sentenziato il premier venerdì scorso. Gli esperti del centro studi Adapt lamentano pure la rottamazione della legge Biagi, e non hanno tutti i torti. Così come i rilievi di Giuliano Cazzola espressi su Formiche.net fanno riflettere. Ma nel complesso i decreti del Jobs Act approvati dal governo hanno più pregi che difetti, ha rimarcato Emmanuele Massagli, presidente del think tank Adapt, l’associazione fondata da Marco Biagi nel 2000. Peccato che sia stato l’esecutivo a guida Pd ad approvare il tutto e non un governo di centrodestra. (Scusate la parentesi personale: non so quante interviste o pezzi di cronaca ho scritto negli ultimi 14 anni dando voce a esponenti di valore e di spicco dei movimenti di centrodestra che promettevano di rottamare l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori).
Poi possiamo anche spaccare – giuslavoristicamente parlando – il capello in quattro, e dire che non è proprio vero che il reintegro sia stato cassato del tutto, ma le reazioni della sinistra politica e sindacale devono far pensare il centrodestra spappolato sul baratro programmatico in cui sono cascati, visto che due bandiere storiche del centrodestra berlusconiano (superamento dell’articolo 18 e responsabilità civile dei magistrati) sono state realizzate senza l’apporto di Berlusconi e dei berlusconiani.
E che dire delle privatizzazioni? Ieri su Twitter il turbo liberista Alessandro De Nicola, consigliere di Finmeccanica con l’avvento di Renzi al governo, gongolava: “Prima vera privatizzazione di Renzi quella di Ansaldo Breda e Sts da parte di Finmeccanica”. Eppure, per un commento eterodosso sulla vendita delle due Ansaldo di Finmeccanica ai giapponesi di Hitachi, si doveva spulciare il quotidiano confindustriale Il Sole 24 Ore. Sì, proprio sul quotidiano che da decenni invoca privatizzazioni si poteva leggere a proposito della vendita delle due Ansaldo: “A differenza di Stati come Francia o Germania, in Italia manca da decenni una politica industriale”.
Politica industriale, che parolaccia desueta. Asset strategici, che bestemmia lessicale. Eppure quando qui a Formiche.net, soli soletti, abbiamo espresso più di un dubbio sulla bontà di vendere allo Stato cinese, attraverso il colosso energetico State Grid, il 35 per cento di Cdp Reti, che detiene il controllo delle reti strategiche del gas (Snam) e dell’energia elettrica (Terna), i turbo liberisti pure confindustriali hanno sghignazzato e si sono voltati dall’altra parte. Ma sono più strategiche le reti energetiche o la produzione di treni? Di sicuro sono “strategiche” – come attestato ieri dal governo sulla base di questo decreto dello scorso settembre, quindi precedente la quotazione di Rai Way – la rete e le torri per la diffusione del segnale Rai, vista l’Offerta pubblica di acquisto e scambio (Opas) lanciata da Ei Towers (40% Mediaset) su Rai Way.
E quanti bizzarri strepitii s’odono da giorni per la volontà di Mondadori di comprare Rcs Libri. Prima pensose analisi e richieste all’insegna di creare campioni nazionali in diversi settori per superare il nanismo aziendale e competere al meglio nei mercati internazionali, poi se un privato punta a creare un gruppo da circa il 40% nel settore libri molti (quasi tutti) si stracciano le vesti.
La confusione regna proprio sovrana. O no?