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I primi 50 anni di Tirelli, la sartoria del cinema italiano

La storia del cinema degli ultimi cinquanta anni è legata alla Sartoria Tirelli, che ha festeggiato il suo primo mezzo secolo di vita a Roma presentando a Palazzo Braschi un volume edito da Skira, in attesa della grande mostra che a giugno verrà inaugurata a New York, “Costumes for Cinema from Tirelli Atelier”, presso il Museum of the Moving Image, con l’allestimento del premio Oscar Dante Ferretti.

 

Anni scanditi da grandi successi: sono quindici i film che hanno ricevuto l’Oscar, per non parlare delle nomination, per i migliori costumi. Ultimo, l’Oscar alla carriera ricevuto da Piero Tosi che proprio nella Sartoria Tirelli ha realizzato tutti i costumi dei suoi film. Nel mese di giugno 2014 a Taormina, è stato conferito il premio Nastro d’Argento Speciale a Dino Trappetti, l’anima e anche il presidente della Fondazione Tirelli-Trappetti che custodisce il patrimonio culturale della Sartoria, rendendo ancora più internazionale l’eredità dell’indimenticato Umberto Tirelli, che aprì il suo atelier nel novembre 1964 con due macchine da cucire, cinque sarte, una modista, una segretaria e un autista-magazziniere.

Il debutto, con una “Tosca” disegnata da Anna Anni e diretta da Mauro Bolognini per il Teatro dell’Opera di Roma. Da allora la sartoria non ha fatto che crescere nelle due direzioni complementari del teatro di prosa e d’opera attraverso il sodalizio con Pier Luigi Pizzi, e del cinema con la storica collaborazione con Piero Tosi con il quale ‘vestirà’ quasi tutti i film di Luchino Visconti.

Casa Tirelli ha collaborato alla realizzazione di molti costumi premiati con l’Oscar: tra gli altri, “Casanova” di Federico Fellini (Danilo Donati), “Momenti di gloria” (Milena Canonero), “Amadeus” (Teodor Pistek), “Cyrano de Bergerac” (Franca Squarciapino), “L’età dell’innocenza” (Gabriella Pescucci), “Il paziente inglese” (Ann Roth), fino a “Marie Antoinette” che è valso a Milena Canonero la sua terza statuetta nel 2007, e il recentissimo Oscar alla Carriera a Tosi, “condiviso” con la sartoria Tirelli.

Dopo la prematura scomparsa del fondatore nel 1990, la sartoria ha continuato il suo percorso, sotto la guida dello storico socio Dino Trappetti. Numerosi i costumisti cresciuti nella “bottega Tirelli”, dall’erede più stretta di Tosi, Gabriella Pescucci, a Maurizio Millenotti, Carlo Poggioli, Alessandro Lai, Mariano Tufano, Massimo Cantini Parrini e molti altri. Appassionato collezionista, Tirelli aveva costruito pazientemente un’imponente raccolta che conta oggi più di quindicimila capi autentici, che vanno dagli inizi del Settecento ad oggi, creando una delle più importanti collezioni private del mondo nel campo dell’abbigliamento.

Numerose le donazioni fatte ai più prestigiosi musei del mondo, fra cui spicca quella dei circa trecento abiti che costituiscono il nucleo fondamentale della Galleria del Costume del Museo degli Argenti di Palazzo Pitti a Firenze.


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