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Con Isis alle porte c’è ancora qualcuno che spara scemenze sugli F-35?

Camera (dei deputati) con vista… di tutto.

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Un tempo si diceva che uno sciopero si legittima in base alla sua riuscita. Che dire, allora, del clamoroso fallimento dell’astensione dal lavoro, proclamata per ben 8 ore dalla Fiom, sabato scorso nello stabilimento Fca di Pomigliano d’Arco? Su poco meno di 1500 dipendenti hanno scioperato in cinque. Eppure, nei prossimi giorni, Maurizio Landini – ormai solo chiacchiere e felpa – troverà ospitalità in qualche talk show, dove, assistito da un conduttore e da pubblico accomodante, potrà sostenere di avere ragione. Senza che nessuno seppellisca quelle parole con una pantagruelica risata.

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Sono aumentate del 23% le assunzioni a tempo indeterminato. Non è certo merito del contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti (il ‘’pezzo forte’’ del Jobs act Poletti 2.0)  che non è ancora entrato in vigore, ma del bonus di 8mila euro l’anno, previsto nella legge di stabilità, erogato per tre anni, a favore degli assunti a tempo indeterminato nel 2015. A conti fatti, un datore di lavoro, nel triennio, riceverà, per ogni assunto, 24mila euro; ovvero, sarà lo Stato a corrispondere al lavoratore lo stipendio lordo di un anno su tre. Il fatto è che il contratto di nuovo conio non è ancora operativo: la maggior parte delle nuove assunzioni a tempo indeterminato riguardano, quindi, conversioni di contratti a termine. Ciò significa che non aumenta l’occupazione, ma muta, in parte, la sua composizione. In sostanza, agli assunti a tempo indeterminato in più, corrisponde un minor numero di occupati a termine. La circostanza – sia pure a numeri complessivi invariati – è certamente positiva. Ma fino a che punto è giustificata e sostenibile una politica del lavoro grazie alla quale è lo Stato a retribuire i lavoratori assunti dalle aziende?

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Ricordate i tagli alle spese militari? E quelle sugli armamenti? Sulla questione degli F-35 vi sono state polemiche infinite. Ed ogni volta si riduceva il numero degli aerei della commessa, benché i vertici militari cercassero di spiegare ai nostri ‘’pacifisti d’accatto’’ che esisteva un problema ineludibile di aggiornamento tecnologico del nostro apparato di difesa. Come la mettiamo adesso se saremo costretti a difenderci dalle aggressioni del Califfato?

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Grexit? Magari.

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